Regia di Arthur Penn vedi scheda film
16° FESTA DEL CINEMA DI ROMA - RETROSPETTIVA ARTHUR PENN
"-Sei dell'FBI?
-Sono il re del cinema muto. Mi nascondo in attesa del sonoro. Lasciami in pace".
Mickey è un trentenne di bell'aspetto che possiede anche una verve da cabarettista piuttosto apprezzata e che gli consente di ottenere ingaggi promettenti.
Tuttavia, incline ad una vita di sperperi, e stressato da una esistenza senza un vero motivo conduttore, si convince che lo sgarro fatto al boss che gli ha prestato una somma che non è ancora in condizioni di restituire, lo abbia messo in un concreto pericolo di vita. Persuaso a fare perdere le proprie tracce, abbandona il locale in cui si esibiva,lascia la città e si adatta a fare lavori umili che gli assicurino la mera sopravvivenza.
Giunto in una città ove nessuno lo conosce, verrà avvicinato da una giovane che si innamora di lui, cercando di fargli passare quel panico latente che si è trasformato in una vera e propria ossessione, e per questo cerca di fargli tornare il coraggio per esibirsi nel mondo dello spettacolo, calcando nuovi palchi.
Dopo il successo di Anna dei miracoli, Arthur Penn si prodiga a fare vita ad un film piccolo e personale in cui poter descrivere le sfaccettature di un attacco d'ansia che degenera in uno stato depressivo latente.
Penn ottiene da Warren Beatty una prestazione notevole, in una storia che non fa nulla per farsi rendere più accomodante verso il pubblico, e sondando stati d'animo e tensioni emotive complesse e decisamente poco comuni nei film ad alto budget.
"-Sono colpevole.
-Colpevole di cosa?
-Di non essere innocente!".
Il senso di colpa e il peso di una minaccia che la nevrosi rende più opprimente del dovuto, emergono feroci in un film che crea disagio e spiazza, ma si rivela, almeno a tratti, potente e coraggioso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta