Regia di François Ozon vedi scheda film
Alla sua opera seconda, François Ozon mette in scena un apologo sulla repressione sessuale che diventerà una delle cifre del suo cinema. La messa in scena è minimalista, le scelte registiche dozzinali, ma su tutto prevale l’assoluta sospensione di credulità che il regista chiede allo spettatore.
Alice (Régnier) e Luc (Rénier), due diciassettenni della provincia francese, pianificano il brutale omicidio di un loro compagno di scuola (Kechiouche), reo di avere manifestato troppo sfacciatamente il suo interesse per la ragazza. I due cercano di disfarsi del corpo della vittima, ma vengono smascherati e sequestrati da un balordo (Miki Manojlovic, l’attore feticcio di Kusturica) che vive da solo in mezzo a un bosco.
Alla sua opera seconda, François Ozon mette in scena un apologo sulla repressione sessuale (Luc è un omosessuale latente con problemi di impotenza) che diventerà una delle cifre del suo cinema. La messa in scena è minimalista, le scelte registiche dozzinali, ma su tutto prevale l’assoluta sospensione di credulità che il regista chiede allo spettatore.
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