Regia di Riccardo Freda vedi scheda film
Come cappa e spada non sarebbe poi tanto male: quello che non torna è volerlo abbinare alla figura di Benvenuto Cellini, della cui biografia riporta due o tre episodi, come il rapporto di odio professionale e personale con Baccio Bandinelli, la difesa di Roma durante il Sacco del 1527 e la fusione del Perseo. Questi episodi, fra l'altro, sono molto sacrificati rispetto alle avventure alla Zorro o alla D'Artagnan di cui è infarcito il film di Freda.
Cellini era notoriamente un bugiardo, soprattutto per come raccontò la propria biografia in quel capolavoro della letteratura italiana che è la Vita: ma non credo che sarebbe mai arrivato a raccontare di avere buttato il Connestabile di Borbone giù da una carrozza in corsa. Allora meglio mettere in scena altre cose inverosimili narrate dal famoso scultore fiorentino, come la seduta spiritica nella quale i diavoli furono messi in fuga dalle scorregge di un garzone, oppure l'uccisione del Connestabile di Borbone, con un colpo d'archibugio dagli spalti di Castel Sant'Angelo.
Niente da dire sugli interpreti, particolarmente sull'americano Brett Halsey, che salta, picchia e mena fendenti come un redivivo Errol Flynn, e su Bernard Blier, che interpreta il papa mediceo Clemente VII, protettore a Roma del concittadino Cellini.
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