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Matrix Revolutions

Regia di Andy Wachowski, Larry Wachowski vedi scheda film

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La recensione su Matrix Revolutions

di CineNihilist
10 stelle

Oracolo: Al mondo tutto ciò che ha un inizio...ha anche una fine.

L'equazione è stata sbilanciata, Zion sta per essere distrutta dalle macchine, l'Agente Smith ha completamente assorbito Matrix ed entrambi i mondi sembrano dunque destinati a morire. Neo, l'Eletto tanto profetizzato da Morpheus e rigettato dai condottieri più scettici di Zion, realizzato il suo vero scopo, ha ora l'ultima prova da affrontare: salvare entrambi i mondi e porre fine all'eterno conflitto tra esseri umani e macchine.

E come in tutti i terzi capitoli delle saghe che si rispettino e come in tutti i terzi atti delle più grandi opere cinematografiche, la fase finale rappresenta la risoluzione del conflitto, il culmine del pathos sapientemente costruito nei precedenti atti e capitoli, la lotta catartica definitiva tra bene e male, il sacrificio finale per consacrare definitivamente i personaggi ed immortalare per sempre gli stilemi della saga.

Matrix Revolutions segna dunque l'apice della trilogia, dove il dilemma più grande deve trovare assolutamente una risposta: sull'orlo della debacle totale, macchine e umani troveranno insieme una soluzione per la pace?

L'equazione può essere bilanciata o sarà condannata sistematicamente allo sbilanciamento? Morte o rinascita? Estinzione o vitalità? Compromesso o annichilimento? Cambiamento o status quo? Nichilismo o costruttivismo?

Le sorelle Wachowski con il loro terzo ed ultimo capitolo decidono di concentrarsi maggiormente sulla dimensione terrena del conflitto per enfatizzare la disperazione e la posta in gioco in entrambi gli schieramenti, relegando Matrix alla semplice funzione di ultimare il worldbuilding della stessa realtà virtuale e di realizzare lo scontro epico finale tra Neo e l'Agente Smith.

Scelta stilistica a dir poco geniale, che illustra perfettamente le varie sfaccettature sia delle macchine che degli esseri umani dove entrambi provano sentimenti come l'Amore, dove quest'ultimo viene esemplificato e rigettato dal sistema matrixiano in nome dello scopo e della pragmatica funzionalità dei software nell'iconica scena ambientata nel limbo della stazione del treno, un luogo di Matrix tra la mente umana e quella delle macchine, dove i programmi sfuggono all'eliminazione della sorgente grazie al Merovingio. L'approfondimento ulteriore della mente alveare delle macchine e degli scontri ideologici all'interno della società di Zion, donano ulteriore carisma ad entrambi gli schieramenti, caricando un'attesa snervante ma allo stesso tempo emozionante per la battaglia finale in cui gli eserciti nemici si scontreranno fino all'ultimo sangue.

Il punto focale del conflitto però rimane indubbiamente lo scontro filosofico tra i due veri attori determinanti per le sorti della guerra: Neo e l'Agente Smith.

Il primo è il demiurgo del proprio destino, l'anomalia per eccellenza che ha la capacità di scegliere e che è dotata dello spirito necessario per compiere l'imprevedibile. L'Eletto rappresenta infatti l'umanesimo tanto rigettato quanto non compreso dal raziocinio algoritmico dell'Architetto, mentre il suo opposto, l'Oracolo, ripone un'enorme fede nei suoi confronti, sbilanciando così l'equazione. Neo essendo l'incarnazione più pura dell'irrazionalità che si ritrova perfettamente nel sentimento dell'Amore, è pronto per abbandonare la sua essenza più individualista (Trinity), che per antonomasia ha rappresentato la variabile fondamentale per bilanciare l'equazione, per abbracciare la sua essenza più universale e altruistica dove chiaramente segna l'ultimazione del suo percorso formativo nella sua "elezione". Accecato da Bane (l'avatar umano di Smith) e ormai connesso totalmente con la sorgente delle macchine, il Messia cieco è pronto per il sacrificio finale per salvare l'umanità ed ottenere dunque la pace con le macchine.

Il secondo è il risultato delle conseguenze dell'anomalia in quanto distrutto e infettato dal codice sorgente dello stesso Neo. L'agente Smith in quanto privato del suo scopo originario ed eludendo il ritorno alla sorgente, ora si sente autonomo dal sistema ma non completamente libero. La sua liberazione può trovare soltanto conforto in un nichilismo distruttivo atto a distruggere qualsiasi cosa, persino Neo, il suo opposto, la fonte delle sue disgrazie, l'incarnazione per eccellenza dell'odiosa specie umana che non dovrebbe esistere in quanto priva del minimo significato e scopo. Tuttavia l'esistenzialismo distruttivo dell'Agente Smith incontra inconsapevolmente la folle discesa nella natura più infima e malvagia dell'essere umano ossia la ricerca dell'assoluto potere. La contraddizione dello stesso programma programmato per eliminare gli umani, ora si ritrova in una condizione sempre più umana dove prova le più disparate emozioni quali la rabbia, la disperazione, l'odio, la frustrazione, la vendetta, l'ossessione e il desiderio di onnipotenza. Ironicamente alle sue critiche misantrope, egli stesso diventa il virus che si moltiplica e che distrugge qualsiasi cosa incontri, andando in antitesi con l'equilibrio razionale intransigente delle macchine. Egli è il risultato dell'equazione che tenta di bilanciare sé stessa, la furia annichilitrice che le macchine tanto avevano temuto. Ed ora quest'ultime sono costrette a fare un patto con l'Eletto in quanto l'unica variabile capace di eliminare il suo opposto.

L'uno non può esistere senza l'altro, Yin e Yang, Bene e Male, positivo e negativo, potere e amore, umanesimo e nichilismo, libero arbitrio e controllo, l'unico modo per decretare la fine dello scontro titanico tra i due massimi esponenti della condizione intrinseca della razza umana è il bilanciamento dell'equazione. E la risposta a tale affermazione è l'annichilimento di entrambi per completare il loro scopo, significato e parola forse mai compresi ed abusati dall'Agente Smith, che di fronte ad una scelta, azione intrinsecamente umana ed incomprensibile per la sua mente meccanica ed assolutistica, si ritrova spaventato, paralizzato, scioccato di fronte all'inevitabile: la morte.

Come disse l'Oracolo: Nessuno riesce a vedere aldilà di una scelta che non gli è chiara. E intendo proprio nessuno.

E' la chiave di lettura finale, la risoluzione del conflitto, il completamento finale di un discorso avviato nei precedenti capitoli e che ora trova risposta nello scontro finale tra L'agente Smith e Neo.

L'equazione per essere bilanciata non doveva seguire il classico schema algoritmico e logico che portava ad una distruzione ciclica del genere umano attraverso ad un reloading di Matrix, ma necessitava di una variabile anomala come l'umanesimo. Caratteristica peculiare dell'essere umano che poteva essere solamente psicoanalizzata dall'Oracolo, madre di Matrix dotata di grande spirito e di una nutrita fede nel comprendere la mente umana e dunque nel trovare la chiave risolutiva per cessare una volta per tutte il conflitto logorante tra esseri umani e macchine. Nonostante la chiaroveggenza dell'Oracolo fosse assorbita dall'Agente Smith, egli stesso non si rendeva conto di essere irrimediabilmente la chiave stessa per la risoluzione dell'equazione. Neo d'altra parte, consigliato e psicoanalizzato a lungo dall'Oracolo, aveva già chiaro lo scopo per cui era stato preposto, e l'unico modo per poterlo raggiungere era completare la tesi misantropa-nichilista del suo opposto negativo offrendogli una scelta: assorbirlo e connetterlo alla sorgente per farlo distruggere dal Deus Ex Machina. L'irrazionalità e la mancata percezione dello schema finale della sua esistenza, segna definitivamente il crollo psicologico dell'Agente Smith, massima espressione del potere, che davanti ad una tale incognita opta inevitabilmente per la sua stessa autodistruzione. Nessuno riesce a vedere aldilà di una scelta che non gli è chiara, ed è quindi la fusione finale dell'odio e dell'amore che offre la soluzione finale al bilanciamento dell'equazione e dunque alla pace tra i due mondi dopo secoli di guerre e devastazioni.

Neo, l'Eletto che aveva conosciuto la vera essenza dell'umanità, si è fuso in un transumanesimo fatale per mostrare la redenzione dell'essere umano di fronte al Deus Ex Machina, che decide di onorare il suo sacrificio trasportando il suo corpo senza vita in una cerimonia funebre lungo le vie della Città delle Macchine. In Matrix l'Oracolo ammette che non era sicura del risultato finale, ma che aveva molto creduto nell'umanità, che infatti si è dimostrata la soluzione definitiva per salvare entrambi i mondi. E l'Architetto, padre di Matrix e massima espressione della razionalità, davanti alla precisione matematica azzardata della madre di Matrix, decide di adempire al bilanciamento dell'equazione liberando gli umani qualora quest'ultimi volessero uscire dal sistema. La rivoluzione è stata attuata ed una nuova era è giunta per entrambi i mondi. Per quanto durerà la pace dipenderà dagli umani. Come è stato dipeso il percorso dell'Eletto, ovvero dalle sue scelte e non da una magica profezia. Perché è proprio dalle nostre scelte che siamo artefici del nostro stesso destino. E la fede nelle nostre scelte ci dà la forza per continuare a confidare nell'umanità e vivere in un mondo migliore. L'umanesimo è la risposta per bilanciare l'equazione, per vivere in armonia senza autodistruggersi, per costruire un futuro più roseo senza fondare tutto sull'odio e il potere.

Ed è con questo fortissimo messaggio politico-sociale che le sorelle Wachowski fondano la loro poetica e concludono questa splendida trilogia. Accompagnate come sempre da un'estetica fuori dal comune che grazie anche a delle influenze orientali costruiscono magistralmente tutto il design di Matrix Revolutions, soprattutto nella costruzione della titanica resistenza partigiana nel porto di Zion dei robot da guerra dei soldati umani contro l'invasione dei poliponi meccanici delle Macchine, nella realizzazione dello splendido duello finale tra Neo e l'Agente Smith nella metropoli matrixiana verdastra bagnata dalla pioggia e nella costruzione bluastra della città futuristica delle Macchine in contrapposizione al loro codice sorgente giallo oro visibile soltanto da Neo.

Insomma, le note sorelle transgender si dimostrano un'altra volta essere dei geni sia nella forma che nella sostanza nel realizzare le loro pellicole, che come sempre portano un'aria di rivoluzione, trasformazione, cambiamento che spesso agli occhi dei più scettici e conservatori risulta banale, insensata e fallace. Agli occhi di chi invece non si vuole fermare in superficie e che anzi ama revisionare e riflettere sui contenuti che guarda, non si limiterà di certo a liquidare a poco prezzo una qualsiasi opera artistica. E come lo dimostrano i fatti, i sequel di Matrix stanno ottenendo nuove riflessioni e nuove rivalutazioni nel fandom. Come tutte le opere grandiose massacrate ai tempi della loro uscita e che poi vengono rivalutate positivamente negli anni successivi.

Perché è nella natura di noi esseri umani non comprendere tutto ciò che vediamo. Sennò a quest'ora saremmo tutti a prendere la pillola Rossa. Forse.

Voto: Indescrivibile

 

 

 

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