Regia di Ricky Tognazzi, Simona Izzo vedi scheda film
Quando si dice l’affinità di coppia…La premiata ditta Simona Izzo-Ricky Tognazzi sforna il primo lungometraggio a quattro mani (ma è solo Simona a scrivere, assieme a Graziano Diana), e ci crede molto. Un altro romanzo alla base (quello omonimo di Lorenzo Licalzi), come già avvenne per Canone Inverso, e un cast tecnico e artistico che usufruirà probabilmente dello sconto famiglia (sono tutti in qualche modo imparentati tra di loro).
Due fratelli, Flavio e Francesco (Gianmarco Tognazzi e Francesco Venditti, fratellastri per davvero), sono l’emblema della diversità reciproca, eppure si vogliono un gran bene: il primo è assennato, sposato e porta i soldi a casa, l’altro è nullafacente, orgogliosamente single e ascolta indifferentemente Pupo e Janice Joplin. Laura, moglie di Flavio (Ines Sastre), in passato è stata con il cognato, ma sente di doversi scaricare la coscienza presentandogli l’insegnante di danza delle figlie, la bionda e fragile Elisa (Myriam Catania). Ma dato che il cinema “bigger than life” della coppia di Maniaci Sentimentali ama la complicazioni del cuore, capiremo presto che Elisa è in realtà l’amante di Flavio. Il destino, infausto, è però in agguato. Scorre via veloce e divertente la prima parte - narrata dalle voci dei protagonisti -, specie la scena dell’appuntamento a quattro; poi, da quando Francesco si innamora realmente di Elisa, il film prende una piega melodrammatica incontrollata e inverosimile, con dialoghi da crisi di pianto, viaggi di redenzione in terra africana e l’ombra della morte.
Sembra incredibile questo taglio netto in due parti del film. Va bene che il matrimonio vive di contrasti, ma il cinema dell’ambizioso duo non pare avere i mezzi per sopportare il peso della rima “amore-dolore”. In compenso gli attori lottano, smaniano, e in parte convincono, e la confezione è, a dirla tutta, superiore alla nostra media. Ve la sentite voi di mettere il dito tra moglie e marito? Io no. Non ancora.
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