Regia di Ricky Tognazzi, Simona Izzo vedi scheda film
Ispirandosi e guidati dalle parole di George Santayana ("Tutto, in natura, ha un’essenza lirica, un destino tragico, un’esistenza comica”), la coppia Ricky Tognazzi e Simona Izzo firma "ufficialmente" il loro primo film insieme: "Io No" (tratto dall’omonimo romanzo d’esordio di Lorenzo Licalzi), audacemente movendosi e giocando al contempo su più registri: il comico, il drammatico, l’ironico e il sentimentale. Il risultato? La storia dei due fratelli Flavio (un Gian Marco Tognazzi sopra le righe) e Francesco (un maturo e convincente Francesco Venditti), dopo un avvio scoppiettante supportato da un divertente gioco ad incastri dei diversi punti di vista dei quattro personaggi principali (si sommano i "pensieri" fuori campo anche delle loro rispettive donne: Laura/la bella presenza di Ines Sastre ed Elisa/una solare e coinvolgente Myriam Catania) si avvia verso un epilogo "melodrammatico" che spiazza e lascia attoniti per soluzioni narrative classiche da fiction televisiva e costruzioni/intrecci di rapporti interpersonali scontati e mal giustificati. Ed è un gran peccato: perché le vicende di questi due fratelli (l’uno gran lavoratore e con la testa sulle spalle, l’altro "scapestrato" e sempre pronto a dire "Io No") e dei loro incorreggibili girotondi amorosi (Flavio sposa Laura che ai tempi del liceo era stata la ragazza di Francesco che invece ruba al fratello la sua amante Elisa!) promettevano inizialmente sviluppi più sinceramente "malincomici" piuttosto che tragicamente retorici. Perché la regia in tandem Tognazzi/Izzo sa costruire belle immagini e comunque dare vitalità ad ogni singola sequenza e perché il tentativo di provare nuove strade nella spesso monotona e piatta produzione italiana meritava un più incoraggiante risultato.
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