La recensione su H

di undying

8 stelle

Uno dei migliori thriller coreani giunti anche in Italia, direttamente in home video.

Shin-Hyun si presenta alla polizia, dichiarando di essere responsabile di una lunga catena di delitti. Mentre è rinchiuso in prigione gli omicidi riprendono con la stessa modalità attribuita a Shin-Hyun, che a questo punto diventa un probabile complice o mitomane. La polizia, nel tentativo di risalire alla verità, indaga su diversi soggetti tra i quali anche la psichiatra che aveva in cura Shin-Hyun e il suo fidanzato. Ma le piste si rivelano inconcludenti dato che quando gli stessi sospettati escono di scena - assassinati o per suicidio - i delitti continuano.

"Uno degli obiettivi dell’ipnosi, come pure della meditazione, è quella di accedere al subconscio, quella parte della nostra mente che, come dice il termine stesso, si trova al di sotto del normale flusso di coscienza."
(Brian Weiss)

Contraddistinto da un'ambientazione notturna e decadente, con pioggia battente a sottolineare un clima avverso che sembra riflettere il disagio dei protagonisti, H (Hypnosis) è impreziosito da momenti di estrema vivacità splatter. Jong-Hyuk Lee (anche sceneggiatore) sembra avere ben presente Il silenzio degli innocenti, ma punta sostanzialmente sull'enigma apparentemente irrisolvibile degli omicidi, che sembrano essere compiuti "in staffetta" da diversi assassini. Del tutto imprevedibile la soluzione dell'enigma che, a differenza della maggior parte di thriller orientali, offre una soluzione razionale anticipata da impercettibili indizi. La regia è di altissimo livello, tanto che - se non fosse per i volti dei bravissimi attori coreani - sembrerebbe opera di un ispirato Jonathan Demme.

"Spesso, il delitto più banale è il più incomprensibile proprio perché non presenta aspetti insoliti o particolari, da cui si possano trarre delle deduzioni."
(Arthur Conan Doyle)

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