Regia di Terry Gilliam, Terry Jones vedi scheda film
Seconda prova cinematografica per i Monty Python (Graham Chapman, John Cleese, Eric Idle, Terry Gilliam, Terry Jones e Michael Palin), alle prese con le gesta di re Artù e dei suoi indomiti cavalieri alla ricerca del sacro Graal (che nella stesura iniziale dello script avrebbero dovuto trovare, alla fine, in uno scaffale dei magazzini Harrods di Londra): folle, assolutamente esilarante, anarchico e dirompente nella sua sfrenata forza devastatrice (di tutto: della storia, dell'eroismo, della guerra, della vita e della morte, del tempo e del film stesso, perennemente sconquassato da spassosi sbalzi narrativi ed incroci temporali, con camionette della polizia che intervengono a sedare una battaglia disperdendo gli attori ed i membri della troupe, o con lo storico intervistato per la Tv e travolto da un cavaliere di passaggio, o di sua moglie, che più avanti vedremo riferire ai poliziotti la sua versione dei fatti), Monty Python e il sacro Graal (che nella versione giapponese si intitola Monty Python e la sacra tazza di sake), diretto da Gilliam e Jones con ritmo travolgente e lampi di pura, strabordante genialità, regala una girandola di gag e trovate irresistibili e dissacranti, per nulla intaccate da qualche fisiologica ed inevitabile caduta di tono. E ancora: titoli di testa deliranti, spezzoni animati ad introdurre i vari capitoli, un dialogo sulla rondine africana e quella europea da imparare a memoria e tramandare ai posteri, cavalieri senza cavallo che ne mimano l'andatura e imitano il rumore del galoppo con le noci di cocco. Indecente la versione italiana del film, con un uso scriteriato del dialetto, battute stravolte ed il doppiaggio affidato, tra gli altri, ad Oreste Lionello, Bombolo e Pippo Franco.
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