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Easy Riders, Raging Bull

Regia di Kenneth Bowser vedi scheda film

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La recensione su Easy Riders, Raging Bull

di Dalton
8 stelle

Il documentario parte dal periodo in cui non prosegue lo scorsesiano VIAGGIO NEL CINEMA AMERICANO e si ferma proprio a quella pellicola rivelatasi l'apoteosi di tale regista, che volendo può essere considerata anche il canto del cigno di quel fertile decennio: TORO SCATENATO. Viene illustrato come il cinema europeo e l'(ab)uso di droghe abbia stimolato gli autori hollywoodiani - arrivati dopo il '69, l'anno in cui uscì EASY RIDER - a recriminare maggiore libertà artistica o, come minimo, il director's cut alle grandi case produttive, affrante dalla riluttanza delle nuove schiere di pubblico verso le multidistribuzioni d'impostazione classica. Per qualche anno, gli spettatori più giovani si rispecchiarono in queste innovative forme d'espressione e ciò costrinse le case distributrici a cominciare a piegarsi ai nuovi gusti; poi, anche tali portabandiera delle nuove tendenze iniziarono a chiedere la luna nel pozzo e ciò irretì immediatamente le masse. Infine, gli stupefacenti causarono spiacevoli inconvienti agli abitanti di tale sottobosco filmico, "sopravvissero" solo i registi che non ne fecero utilizzo e dal decennio successivo le allucinazioni nell'ambito cinematografico tornarono ad essere una specialità dei kolossal, piuttosto che degli addetti ai lavori. Su tale aspetto, tale reportage si mantiene ambiguamente neutro. Rimane la piacevole testimonianza di un periodo in cui le volontà degli autori prevalsero sulla prepotenza e sul moralismo dei magnati degli studios, periodo che ha comunque segnato una traccia indelebile ed un passo avanti nelle convenzioni stilistiche. Suscita tenerezza ed interesse vedere come molti dei giovani, futuri mostri sacri della New Hollywood trascorressero le serate assieme, a discutere delle loro future regie. Curioso pure scoprire che Brian DePalma stroncò STAR WARS prima che Lucas lo ultimasse. Divertente la partecipazione di Richard Dreyfuss, Dennis Hopper e Peter Fonda. Peccato che non siano stati menzionati Sydney Pollack o alcuni specialisti del cinema indipendente comico (Landis, Mel Brooks) ed horror (Romero, Hooper), anche loro fondamentali per ricordare quell'epoca.

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