Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Anche il secondo film di Claude Chabrol che vede come protagonista Jean Poiret nei panni dell’ispettore Lavardin rientra forse nella filmografia minore del regista, ma diverte e può essere considerato un giallo di buona fattura. In una cittadina di provincia, poco dopo essere riuscito a far vietare la rappresentazione di una pièce giudicata blasfema, lo scrittore cattolico Raoul Mons viene trovato morto, accoltellato e lasciato nudo su una scogliera. Incaricato delle indagini e spedito sul luogo, Lavardin capisce ben presto che la soluzione del caso non va ricercata nel conflitto tra la troupe teatrale e lo scrittore, bensì nei consueti scheletri nell’armadio della famiglia di quest’ultimo. Inutile raccontare gli sviluppi del piccolo giallo, che serve all’autore solo per affondare ancora una volta il coltello nelle ipocrisie e menzogne della borghesia di provincia. Gli aspetti più gustosi del film sono infatti costituiti dalla descrizione dei personaggi e dalla vivacità dei dialoghi. Chabrol fa ricorso ad amici fidati e di lunga data, primi fra tutti Jean-Claude Brialy e Bernadette Lafont. Nel film sono fratello e sorella, il primo deliziosamente gay, spiritoso ed eccentrico, la seconda leggermente squilibrata, diafana e distaccata, morbosamente legata al fratello e alla figlia avuta da un primo matrimonio. L’ispettore li conosce da tempo. In gioventù, la donna era stata una sua fiamma. Pur riprendendo un canovaccio e uno stile narrativo simili al film precedente, questo sequel mi è apparso più raffinato e studiato con maggior cura. Jean Poiret padroneggia un personaggio ormai rodato e lo arricchisce di un fraseggio al limite del sarcasmo, di un’ironia accentuata e di notevole snellezza recitativa. Forti del discreto successo ottenuto dalle due pellicole nelle sale cinematografiche, regista e attore insisteranno nella serie « Lavardin » con quattro telefilm di 90’, trasmessi tra il 1988 e il 1990 dall’emittente televisiva TF1. Resta il neo della brutta colonna sonora affidata nuovamente a Matthieu Chabrol. Un disastro cacofonico !
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