Regia di Georges Lautner vedi scheda film
Voto 9. Parodia dei film “noir” dell’epoca, “Les tontons flingueurs” ottenne un enorme successo commerciale e di critica, radicandosi nella memoria collettiva francese un po’ come è avvenuto per “I soliti ignoti” in Italia. I motivi sono gli stessi: in questo gioiello di comicità e narrazione funziona tutto, dall’interpretazione degli attori, alla regia, rapida e disinvolta, passando per i dialoghi dell’immenso Michel Audiard, la fotografia, le musiche… Lino Ventura è ormai una star, anche se segue ancora con deferenza i canoni recitativi di Jean Gabin, suo maestro e predecessore. Qui, fuma come un turco e beve come una spugna, ha il cazzotto facile, non ride quasi mai, non ha paura di nulla. E’ semplicemente irresistibile. Intorno a lui, tutti gli altri personaggi gareggiano per bravura. C’è Bernard Blier, nel ruolo del gangster “cattivo” ma ingenuo, che colleziona sberle da parte dell’imponente Lino; c’è Jean Lefebvre, a suo tempo una delle migliori spalle di Louis de Funès, anch’egli gangster, ma più calmo, meno dinamico e meno stupido del fratello (Blier). Una segnalazione a parte merita Francis Blanche, impareggiabile notaio della mala, in uno dei suoi ruoli più riusciti. Qualcuno lo ricorderà in "A noi piace freddo", di Steno, dove "fa, del feroce maggiore von Krussendorf, una macchietta quasi irresistibile". (Citazione dalla recensione di FILMTV). Poi, c’è il tedesco, la tenutaria di bordello, ecc. ecc. Chi più ne ha più ne metta e non ci si ferma un attimo. Divertimento allo stato puro.
Sul letto di morte, il “Messicano”, boss della mala, affida al suo amico d’infanzia Fernand Naudin (Ventura) la tutela della figlia Patricia, nonché la gestione dei suoi affari, costituiti da una casa chiusa, una bisca e una distilleria clandestine. Tutte cose che fanno gola al gangster Raoul (Bernard Blier) e alla sua banda. Fernand saprà metterli fuori gioco attraverso una serie di peripezie e colpi di scena. Impagabile la resa dei conti finale, nel corso della cerimonia nuziale in cui si uniscono la “tutelata” Patricia e Antoine (un giovanissimo, bravo e teatrale Claude Rich), ragazzo a dir poco snob.
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