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La grande razzia

Regia di Henri Decoin vedi scheda film

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La recensione su La grande razzia

di mmciak
8 stelle

"La Grande razzia" diretto nel 1954
da Henri Decoin,devo dire che mi
è piaciuto.

La storia si svolge a Parigi e racconta
che Henri, detto Le Nantais,dietro la copertura
della gestione di un ristorante ha il compito,
datogli dal boss Liski,di rimettere mano nell'organizzare
il traffico della droga.

Nel frattempo si innamora della cassiera del locale,
Lisette,che è all'oscuro di tutto,comincia a vivere
con lui,e viene aiutato dai due scagnozzi di Liski,
Roger le Catalan e Bibi,ed entra con ruolo principale
in tutti i rami del giro,dalla produzione alla distribuzione.

Il Film prodotto dalla Jad Films, S.N.E. Gaumont
e la Wager-Film,ed è tratto dal Romanzo di
Auguste Le Breton e si colloca nel filone dove
i Francesi sono Maestri e cioè nel Noir,
e in cabina di regia figura il bravo
Henri Decoin,che lo costruisce in modo
ben calibrato da farci entrare nella vicenda,
e prima di cominciare è chiaramente un
prodotto contro la droga e quello che causa,
infatti prima dei titoli esce questa Didascalia:
"Questo film rivela, alla luce della verità, un ambiente violento,
implacabile e, finora, sconosciuto ai più. I produttori
del film considereranno il loro scopo raggiunto se,
quanto il pubblico sta per vedere, servirà a mettere
in guardia coloro che, per debolezza o per ignoranza,
avrebbero potuto, un giorno, diventare vittime di questo
moderno flagello: LA DROGA.".

Infatti tutto il complesso da l'idea per come si
muove un organizzazione criminale negli anni
della Parigi degli anni '50 dove il nostro protagonista
si trova in mezzo ai nightclub affollati e dove lui
vuole far girare meglio il mercato della droga,
senza abbassare i prezzi e conoscendo gli spacciatori,
per vedere se realmente c'è crisi soprattutto in quello
dell'oppio.

Poi si respira un aria sofferta per una Parigi cupa
fotografata in modo eccezionale da Marcel Combes,
perché gioca su chiaroscuri e che si ispira in alcune
parti quello dell' "Espressionismo Tedesco" per le
ombre e il regista con alcune scene violente
rende bene questa cattiveria dei gangster
che circondano Henri,interpretato dal sempre
immenso Jean Gabin,che solo con la sua
presenza e carisma riempie lo schermo.

Invece figura in uno dei suoi scagnozzi
uno dei grandi che è Lino Ventura e poi
nel ruolo di Lisette c'è una splendida
Magali Noël,che nella sua carriera entra
nell'immaginario collettivo nel Capolavoro
di Fellini "Amarcord" con la donna che dice:
"Gradisca" e lavorò molto in Italia.

Nel Cast,diretto bene,figurano anche:

Marcel Dalio-Albert Rémy-Lila Kedrova-
Pierre-Louis-Jacqueline Porel-
Roland Armontel-Françoise Spira-Josselin-
François Patrice-Suzy Willy-François Joux-
Jacques Morlaine-Simone Sylvestre-
Georges Demas-Michel Jourdan-
Jean Sylvère-Robert Le Fort-
René Alié-Dédé Bérard-Paul Azaïs-
André Weber-Auguste Le Breton
e Paul Frankeur.

Invece nel reparto tecnico segnalerei
oltre la già citata Fotografia,
le tese musiche di Marc Lanjean,
le scenografie di Pierre Montazel
e il trucco di Janine Casse e Serge Groffe.

In conclusione un buon Noir,
dove la figura di Gabin furoreggia
e da solo catalizza l'attenzione,
e i Francesi essendo Maestri del genere
producono un robusto Film con
una sceneggiatura di ferro con
delle scene violente (anche se per
il regista avrebbe voluto di più ma
è stato vittima della censura),
con una resa dei conti finale e
con un epilogo spiazzante.

Il mio voto: 7,5.

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