Regia di Massimo Ceccherini vedi scheda film
Ceccherini è un buon caratterista. Un film tutto suo è inevitabilmente forzato, pesante, ridondante, trasandato a livello di regia e di sceneggiatura. Gli spunti buoni ci sono (il tacchino è un tormentone simpatico ed efficacissimo), ma si ride comunque poco e male. Soprattutto per la greve vena polemica antiamericanista, fatta di stereotipi più o meno verosimili ed ostentati con poca grazia. Il che può anche essere voluto per ricadere nel grottesco, ma di metafore qui se ne colgono poche; c'è anzi un certo buonismo che non si addice al personaggio di Ceccherini. Ed un sospirato, festoso matrimonio con figli fra cugini carnali, particolare abbastanza discutibile per chi vive in una società civile.
In un casolare toscano vivono il contadino Lando e il suo anziano padre. A sconvolgere la situazione arrivano i parenti americani: zia obesa, zio guerrafondaio, cugina playmate e cuginetto video-dipendente. Lando sopporta, si ribella e viene assorbito dall'american way-of-life.
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