Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Mi dispiace che questo penultimo lavoro realizzato dal maestro Scola non sia stato apprezzato a dovere dal pubblico e dalla critica. Certo non ci troviamo di fronte a una delle sue prove piu' maiuscole e forse il mio giudizio positivo non e' molto obiettivo ed e' dettato piu' per l'ammirazione che provo per il regista e il suo cinema e per la personale simpatia che provo per la pellicola in questione. Sta' di fatto che GENTE DI ROMA e' un affettuoso e sincero omaggio a una citta' e a chi la abita, con una chiarissima strizzatina d'occhio a un pubblico di un certo orientamento politico, che lo stesso Scola non si e' mai assolutamente preoccupato di nascondere. Il canovaccio della pellicola e' quello di una serie di brevi episodi, ora divertenti, ora bizzarri, ora commoventi, che hanno come protagonisti persone comuni con il loro lavoro e la loro quotidianeita', alternandosi alla presenza di veri attori quali Stefania Sandrelli, Valerio Mastrandrea, Antonello Fassari e Arnoldo Foa', ed e' proprio quest'ultimo al centro di un episodio triste ma al contempo esilarante dove interpreta un anziano a cena con suo figlio in un ristorante e che a causa della demenza senile e di gravi perdite di memoria sara' costretto a entrare in una casa di riposo. A un certo punto Foa,' con le lacrime agli occhi, recita a memoria e solennemente, i versi finali del romanzo IL CORSARO NERO di Salgari, per poi esclamare "ormai mi ricordo solo delle cazzate". Molto intenso invece verso la fine del film l'episodio notturno ambientato nel villaggio LGTB, dove una bella ragazza lesbica in compagnia della sua dolce meta', sembra entrare in crisi dopo una serie di intensi sguardi con un'altra ragazza. Ci saranno dieci anni di silenzio, poi Ettore Scola tornera' alla regia con CHE STRANO CHIAMARSI FEDERICO, film biografico dedicato al collega e amico Federico Fellini. Tre anni dopo, nel 2016, sopraggiungera' la morte di uno dei registi che ha fatto la storia del cinema italiano.
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