Regia di John Woo vedi scheda film
Realizzato in un periodo più che florido nel lungo percorso artistico del regista, Once a Thief è una simpatica, sconclusionata e coloratissima commedia, prodotta subito dopo Bullet in the Head e appena prima di Hard Boiled (dunque esattamente a metà tra due filmoni).
Rispetto ai succitati due (o a The Killer) potrà forse apparire un film di poco conto.
Insomma, non sarà il miglior film di John Woo, ma le scene d'azione sono stupefacenti e ricche di invenzioni visive (indimenticabili quelle della carrozzina, del "lanciatore di carte" e del pallone da basket) e le parentesi comiche, per quanto forse un po’ troppo sopra le righe, spesso assolutamente esilaranti.
Once a Thief è una commedia ironica e autoironica (il cinema di Hong Kong e, in qualche misura, lo stesso cinema di Woo sono oggetto di ripetuti sberleffi), dal ritmo trascinante. C
erto, mancherà l’intensità emotiva di The Killer, ma appare semplicemente assurdo andarla a ricercare in un prodotto che, in fin dei conti, non vuole essere nulla più e nulla meno che puro intrattenimento. Di ottima qualità, nel suo genere, soprattutto grazie alla sempre straordinaria abilità del regista di governare le sequenze d’azione che, per quanto deliranti, non hanno nulla da invidiare a quelle di altri suoi più celebri film.
Girato tra Cannes, Parigi, Nizza e Hong Kong, uscito in patria nel febbraio 1991, incontra il favore del pubblico ma è quasi ignorato nel resto del mondo, compresa l’Italia, dove arriva solo nel 2003, a 12 anni di distanza, direttamente per l’home-video (e ti pareva).
Woo stesso ne dirige il remake televisivo statunitense: Soluzione estrema (1996), dal quale viene tratta pure una serie TV (John Woo’s Once a Thief) che viene però cancellata dopo appena una stagione.
Il titolo originale letteralmente significa “andare avanti e indietro per quattro mari”, quello internazionale “una volta un ladro”.
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