Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Dopo le Ferie d’agosto, Paolo Virzì approda in città passando per la sua amata provincia. Da un paesino del viterbese alla grande capitale del potere, il passo è lungo, malgrado i soli 97 chilometri di distanza. Un insegnante di ragioneria frustrato (un Sergio Castellitto iroso e volutamente sopra le righe, quasi un contraltare del personaggio di L’ora di religione), una moglie sottomessa e silenziosa (una Margherita Buy minimalista e perfetta) e una figlia unica “antica” e pudica (un’Alice Teghil nel paese delle “meraviglie”), modello forse terzista, forse sanamente alternativo di un mondo in cui la televisione ha imposto falsi schieramenti e ribaltato punti di riferimento. Tra “destra” e “sinistra”, Roma e Lazio, intellettuali e sottosegretari, amiche per noia e compagne per formazione, la commedia (amara) galoppa veloce, s’intrufola nel traffico, varca le proibite soglie delle camerette contemporanee, zappingando sul degrado culturale e sui volti-icone del triste teleitalicoimmaginario (da Costanzo a Melandri a Simonetta Martone). Cameo-sorpresa di Roberto Benigni e comparsata d’autore di un divertito Michele Placido sobillato a ricordare l’indimenticabile commissario Cattani.
Errore:
chiudi
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta