Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Un ulteriore esempio di come il cinema di Virzì riesca a fondere leggerezza, ritmo ma anche riflessione sulle fasi della vita, in questo caso dando un ritratto a volte un pò stereotipato ma comunque efficace delle paturnie adolescenziali
Paolo Virzì è uno di quei registi che riesce quasi sempre a fondere uno stile scanzonato e irriverente con temi dove c'è comunque alla base un disagio, che sia quello degli adulti o, come in questo caso, degli adolescenti alle prese con una delle fasi più turbolente della vita. Non siamo alle vette di "Ovosodo", ma comunque "Caterina va in città" descrive bene quel mondo di adulti illusi (e disillusi) della vita mentre i propri figli fanno esperienza di amori, amicizie, delusioni ed anche quel pizzico di incoscienza tipica dell'età. E se a volte gli stereotipi sui genitori di destra e di sinistra dei compagni di Caterina sono fin troppo telefonati, va dato atto a Virzi' sia di riuscire come pochi a descrivere antropologicamente vizi e virtu' dell'una come dell'altra parte, sia di conferire al tutto una leggerezza ed una freschezza che restano immutati nel corso degli anni (anzi,confrontati agli adolescenti iperconnessi di oggi, fanno apparire quasi dei privilegiati i loro "fratelli maggiori" liberi di sparire nel nulla per un giorno intero..).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta