Regia di Jan De Bont vedi scheda film
Ecco, il vaso di Pandora mancava all’appello. Per fortuna che l’archeologo Lara Croft lo trova prima del cattivone di turno, uno di quei soliti scienziati pazzi che rispetto ai colleghi dei film di James Bond ha solo una simpatica caratteristica in più: gli hanno dato un premio Nobel!. È l’unico guizzo d’ironia che si concede questo La culla della vita, seguito del precedente Tomb Raider, sorta di clone al femminile delle avventure di Indiana Jones per un pubblico che all’immaginario in cinemascope ha sostituito i videogame. Meno peggio della prima puntata, ma comunque pregno degli stessi difetti, a partire da una protagonista, Angelina Jolie, che ha sicuramente il fisico del ruolo ma a recitare è credibile come un canotto. Dietro la macchina da presa l’olandese Jan De Bont, ex direttore della fotografia promosso regista con Speed, uno che conosce il mestiere ma che non si sottrae alle sequenze d’azione preconfezionate. Già viste e metabolizzate dagli sguardi, come del resto l’esile vicenda. Se durante la visione vi dovesse capitare di immaginare cosa succede nella scena successiva, nove volte su dieci ci azzeccate. Abbastanza anonimo il cast, l’unico motivo di interesse è dato dal grandissimo Simon Yam (il diavolo, probabilmente) che non sono neppure stati capaci di valorizzare in pieno. Che tristezza...
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