Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Dietro i paraventi si può nascondere chi non ha il coraggio di mostrare la propria faccia, come coloro che hanno avvelenato l'ammiraglio della pirateria Ching, lasciando la giovane vedova a fronteggiare a viso aperto la flotta imperiale cinese. O dietro i pravanti si può cantare e recitare, come nel gioco delle ombre cinesi. Perché il paravento è uno schermo e lo schermo - almeno in italiano - può sia nascondere (il paravento è uno schermo) che mostrare (come nel cinema). Ma c'è bisogno, dice Olmi in un inizio di terzo millennio in cui si conosce un'incredibile resipiscenza di spinte verso la guerra, del perdono e della pace.
Si tratta din un film dal contenuto positivo e, se al silenzio del Mestiere delle armi si sostituisce qualche eccesso di sentenziosità, non siamo ancora predichetta del Gesù Cristo new age di centochiodi.
Il suo personaggio dovrebbe essere portoghese, ma il partenopeo Pedersoli parla con un accento che sta a metà tra lo spagnoleggiante e il veneziano del Goldoni.
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