Regia di Clive Barker vedi scheda film
Primo titolo di una serie giunta al decimo capitolo. Esordio in regia per lo scrittore visionario Clive Barker, che realizza un'opera fondamentale nel genere horror, forse unica nella cinematografia inglese di metà Anni '80. Quel che si dice (non a sproposito) un cult movie.
Julia (Clare Higgins), si trasferisce nella casa ereditata dal compagno Larry (Andrew Robinson), sposato in seconde nozze e con una figlia a carico, Kirsty (Ashley Laurence). Durante il trasloco Larry si ferisce ed il sangue, penetrando nel pavimento, riporta in vita Frank (Sean Chapman), il perverso fratello. Quest'ultimo, amante segreto di Julia, è sparito dopo essere entrato in possesso di una scatola misteriosa che ha il potere di evocare creature mostruose. Julia, soggiogata da Frank, si macchia di orribili delitti, seducendo occasionali amanti: ogni omicidio, infatti, contribuisce a ricostruire un nuovo corpo a Frank.
Hellraiser: i Supplizianti (al centro Pinhead)
"No, niente lacrime per favore. Non si deve sprecare così la sofferenza... (Se ci hai mentito) Ti toglieremo il cuore e poi lo faremo a pezzi." (Pinhead a Kirsty)
"(La scatola) apre le porte dei piaceri del Paradiso... o dell'Inferno. I Supplizianti mi hanno fatto arrivare oltre i limiti. Dove il dolore e il piacere sono insuperabili." (Frank)
Hellraiser: Ashley Laurence e Sean Chapman
Esordio in regia del talentuoso scrittore britannico, Clive Barker. Già (male) saccheggiato in precedenza con i brutti Underworld (1985) e Rawhead rex (1986). Per l'occasione decide di tradurre in lungometraggio il breve racconto The hellbound heart e di porsi direttamente dietro la macchina da presa. Ne esce un film visionario, talmente surreale da distinguersi dalla pletora di mediocri horror del periodo (1987). Nonostante, rivisto oggi, mostri tutti i suoi limiti, soprattutto nel retorico (quasi parodistico) modo di esprimersi di Pinhead e nel finale fracassone e talvolta infantile, Hellraiser ha saputo tentare di affrontare il genere, spingendosi oltre, in maniera piuttosto esplicita grazie ai sanguinolenti effetti speciali supervisionati da Bob Keen. Anche la componente erotica, volutamente distorta con elementi splatter, rimanda al sadomaso e ai rapporti non convenzionali (non è cosa nuova la dichiarata omosessualità di Barker). Sotto questo punto di vista vanno inquadrati diversamente i Cenobiti o Supplizianti, ovvero esploratori delle più remote regioni dell'esperienza. Per alcuni demoni... angeli per altri. In realtà sono esemplare modello di goderecci/sofferenti masochisti in bondage -vestiti in latex, costretti in catene e con ferite sanguinanti e dolorose- in grado di rappresentare il cuore pulsante di un tipo di cinema oltraggioso (non certo spaventoso) e iconoclasta. Sono un simbolo delle mutate tendenze sessuali di un'epoca che si sta, timidamente, aprendo alle tematiche LGBT.
"Certi dolori bisogna sopportarli. È questo che rende i piaceri più dolci e più intensi." (Pinhead)
Hellraiser: Ashley Laurence maneggia la "Configurazione del lamento"
Clive Barker: il sangue del cinema
Cinema in 3D, Hellraiser. No, non in tre dimensioni. Le tre "d" sono quelle che danno inzio alle tre parole:
Disfigurement,
Dismemberment,
Disembowelment.
Della serie "efferatezze senza occultamento".
Classe 1952, nato a Liverpool, sin da piccolo Clive Barker si dedica a varie forme d'arte: letteratura, pittura, teatro, cinema e fumetto. Studia al College Art of Liverpool e in principio degli anni '70 si trasferisce a Londra, dove si applica come disegnatore (illustratore) per romanzi pornografici, prima di diventare commediografo di strane rappresentazioni teatrali, a base di celebri personaggi dei fumetti insolitamente miscelati con demoni e in contesti grandguignoleschi. Nel 1983 inizia a scrivere romanzi e racconti dell'orrore che lo fanno apprezzare da pubblico e critica. Tra i lettori, anche un entusiasta Stephen King, che ebbe a dire: "Ho visto il futuro dell'horror, il suo nome è Clive Barker".
Dopo la famosa serie dei Books of blood l'artista si cimenta alla regia, decidendo di occuparsi dell'adattamento su pellicola del racconto The hellbound heart (Hellraiser, 1987). Purtroppo l'ottimo debutto non avrà seguito, poiché a parte le sceneggiature dei capitoli seguenti ed il clamoroso flop di Cabal (definito lo Star wars dell'orrore per l'imponente mole di effetti speciali) alcune pellicole basate su suoi scritti, tipo Underworld e Rawhead rex, vengono fatte realizzare ad un regista inadatto qual è George Pavlou.
Barker è stato inoltre amico di Lucio Fulci, tanto che il regista italiano chiude Voci dal profondo con dedica personale.
Clive Barker ai tempi di Hellraiser (1987)
Clive Barker dixit
- "In Hellraiser il cliché della disintegrazione, della dissoluzione fisica, che costituisce un marchio distintivo della cinematografia horror, è esattamente capovolto. Qui i corpi si ricompongono, strato dopo strato".
- "Lucio Fulci è un genio. Il migliore. Il suo L'Aldilà è uno dei miei film di culto".
- "Avrei un pò di storie sulle scene di sesso in Hellraiser. C'era una scena che l'MPAA ci ha fatto tagliare di netto, con sculacciate e molto altro. All'inizio di Hellraiser abbiamo aperto con una scena che fa raggelare il pubblico : "Siamo nelle mani di un folle!". Una volta ho intervistato Wes Craven, che ha fatto un'osservazione interessante. Ha detto che i patiti di film horror hanno proprio bisogno di sentirsi nelle mani di un folle. Amo guardare, soprattutto le cose che non dovrei guardare. Che si tratti di sesso o di violenza, le immagini proibite mi incuriosiscono per il semplice fatto di essere proibite. C'è un elemento di confessione nel grande cinema horror, a mio avviso. Hellraiser è una confessione del fascino che provo per il sadomasochismo. Nightbreed rivela la mia omosessualità. E' un pò come parlare di questi temi in una sorta di codice. E, con un pò d'arguzia, chiunque può decifrarlo." (Audiocommento al film Prossima fermata: l'inferno)
Hellraiser: in primo piano, Clare Higgins
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