Regia di Tsui Hark vedi scheda film
Tsui Hark senza Woo ridefinisce la saga. Ancora più mélo, ancora più action, ancora più barocca. Forse troppo?
Sganciatosi Woo, Tsui Hark prende in mano la saga e ribalta la successione degli eventi con un prequel all'apparenza collegato ai primi 2 capitoli ma in realtà profondamente diverso. Il budget sempre di livello permette alla produzione scene ancora più distruttive ma sempre meno credibili con un cuore mélo dalle varie triangolazioni tutte dominate dalla splendida Anita Mui. L'insieme è tirato sempre oltre i limiti esasperando lo script, fino a stancare con i continui capovolgimenti e il sussegguirsi di passaggi verso l'atteso finale/sacrificio. Le ambizioni maggiori hanno bruciato A Better Tomorrow III: troppo materiale (si potrebbero ricavare 2 o 3 films!), troppa voglia di esibire la maturità in un racconto dal grande respiro storico. Infatti Woo in polemica abbandonò il progetto tanto che dai primi minuti si evince subito dallo stile e dalla fotografia che Hark impone orgogliosamente in atto di sfida una linea insormontabile di 'prima e dopo'. La mdp inquadra sempre dal basso verso l'alto in un colore barocco ricoperto da luci soffuse, elementi poco riscontrabili nei precedenti episodi dove si preferiva un gran lavoro di montaggio su di un quadro più semplice. Almeno il doppiaggio italiano non è così pessimo ma il consiglio è di vederlo sempre in versione originale, come consiglio di recuperare e confrontare a questo film, A Bullet in The Head, la risposta 'permalosa' di Woo a questa nuova creatura di Hark, lavoro del 1990 che trovo superiore sia dal punto di vista dell'epica del racconto che dell'equilibrio narrativo. 6,5 TROPPO
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