Regia di Orson Welles vedi scheda film
Trasposizione cupa e poderosa della tragedia shakespiriana, dove Welles fece di necessità virtù, girando il film in poche settimane e con un budget molto scarso. Il regista, all'epoca, era già praticamente un transfuga di Hollywood e avrebbe cominciato di lì a poco la sua carriera di attore prezzolato in giro per il mondo per pagarsi i film da regista. La recitazione è magniloquente, ma senza diventare retorica, grazie anche ad un espediente quasi espressionista, mediante il quale il protagonista guarda in camera mentre una voce fuori campo spiega l'azione. Sembra che Welles si sia ispirato al cinema di Dreyer (soprattutto alla sua Giovanna d'Arco) nelle ambientazioni e nell'illuminazione delle scene. Welles è un Macbeth sui generis, tormentato e allo stesso tempo impassibile, degno contraltare del Macduff di Dan O'Herlihy, e molto diverso dal Macbeth di Roman Polanski, più recente di circa vent'anni. Molti critici hanno stigmatizzato l'inadeguatezza dell'attrice che interpreta Lady Macbeth e io sono d'accordo. (19 maggio 2004)
Assurda la scelta di doppiaggio di tradurre il nome di re Duncan con re Duncano.
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