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Chinese Odyssey

Regia di Jeffrey Lau vedi scheda film

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La recensione su Chinese Odyssey

di FilmTv Rivista
8 stelle

A Hong Kong, Jeff Lau è autore del quale si parla da sempre. Da noi, invece, generalmente, è tra i meno conosciuti e teorizzati. Peccato, perché se c’è qualcuno che rappresenta l’anima purissima di quel cinema, è proprio Lau, mescolatore inimitabile di commedia e mélo. I suoi due A Chinese Odyssey (Pandora’s Box e Cinderella), targati 1995, fondevano mitologia cinese e gag a perdifiato senza soluzione di continuità. Con Chinese Odyssey 2002, Lau racconta di amori contrastati dalle leggi di Palazzo (siamo durante la dinastia Ming) e confusione dei sessi con una leggerezza che è come una matriosca: più la apri, più la devi aprire. E se la comicità è spessissimo esilarante (un’invenzione su tutte: il velox a disegni), la tragedia commuove con una forza, anche stilistica, a cui non si può né si deve resistere (la scena finale sotto l’albero dei fiori di pesco è esemplare). Epica dei sentimenti: cinema come non se ne fa più, neanche a Hong Kong. Bisognerebbe farlo vedere a tutti, per comprendere che l’apparenza, anche fisica, non conta. E quando attacca la musica di Ashes of Time di Wong Kar-wai (produttore), viene la pelle d’oca. Grandi Tony Leung Chiu-wai e Faye Wong. Attenzione: il doppiaggio rovina tutto, come al solito.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 43 del 2003

Autore: Pier Maria Bocchi

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