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What Marielle Knows

Regia di Frédéric Hambalek vedi scheda film

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La recensione su What Marielle Knows

di EightAndHalf
6 stelle

 

Marielle, giovane pre-adolescente, sente e vede tutto quello che dicono e fanno i suoi genitori. È telepatica, presumibilmente per colpa di uno schiaffo che le ha dato una sua amica. Padre e madre reagiranno come possono: il padre cercando di dimostrarsi all’altezza del suo ruolo (di capofamiglia, di lavoratore); la madre trasformando ogni azione, anche quella più sbagliata, in una comicissima occasione pedagogica. Funzionerà? 

La commedia popolare costringe a interrogarci su quanto si possano giustificare ingenuità (inevitabili?) e semplicismi (obbligatori?) in un film “per il grande pubblico”. La tirannia del target impone di aprire la guardia e di farsi mandare giù più di quanto normalmente si tollera. È un problema del genere puro, da sempre, e fa ancora più impressione se visto in un contesto come quello della Berlinale 75, in cui il film di Frédéric Hambalek è in concorso, programmatico alleggerimento di una selezione impegnat(iv)a. 

Per fortuna What Marielle Knows non chiede troppi sforzi neanche allo spettatore più intransigente. Più o meno come sempre dovrebbe fare un film di genere, in ogni caso. In equilibrio tra cinismo e buoni sentimenti, Hambalek fa scorrere fluidamente una commedia che rende l’equivoco impossibile perché i genitori non possono più avere segreti. Rendendo impossibile la bugia, tipoco carattere del comico puro, il film fa di necessità virtù e propone situazioni dal capovolgimento umoristico esilarante, lavorando proprio su quell'assenza. Andando prevedibilmente a demolire le cattedrali di menzogne inoffensive di una famiglia alto-borghese tedesca, il film sfrutta ogni occasione per tirare fuori il grottesco dal quotidiano, e infatti ogni azione dei due protagonisti diventa una sceneggiatura letta da Marielle, in una sovralettura teorica per cui Marielle “è” la cinepresa stessa e vede tutto anche senza bisogno di spiare fisicamente. Anche contro il suo volere, ché lei la telecinesi non la vorrebbe nemmeno. Hambalek si limita a sfruttare il meccanismo senza arrivare mai dove davvero potrebbe - magari a sfondare più certezze borghesi, più disagi interiori dei protagonisti, più abitudini del cinema generalista - ma la commedia funziona ed è un buon motivo per dirsi soddisfatti anche così, senza eccedere in ambizioni troppo gourmet. Buon cinema di consumo, breve e privo di danni, fatto con intelligenza molto pragmatica.

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