Regia di Joel Schumacher vedi scheda film
Veronica Guerin fu una giornalista irlandese, celebre per la sua lotta senza quartiere contro la malavita che controlla il traffico della droga a Dublino. Il film focalizza la sua attenzione soprattutto nei confronti di questa figura, la quale è magari poco conosciuta all'infuori del suo Paese e che pertanto ha giustamente meritato che ne venisse ricordata e divulgata l'azione, anche in questa forma cinematografica. Poiché appartiene al genere biografico, di esso ha tutte le inevitabili caratteristiche, che non devono necessariamente essere interpretate quali difetti, ma che al contrario andrebbero considerate come una stretta aderenza ai canoni.
Per la trama si avevano ben pochi margini di libertà, sempre che non si preferisse rinunciare alla veridicità. Ma non è questo il caso, per fortuna. Anzi, potrei quasi asserire che si tratta di una di quelle rare occasioni in cui il romanzato è ridotto al minimo indispensabile, premiando invece un'assoluta aderenza ai fatti. L'impietoso ritratto dei quartieri malfamati, delle persone derelitte, dei malviventi senza scrupoli, è assai realistico e non può lasciare indifferenti.
Ma l'assoluto pregio, colonna portante, motivo d'orgoglio, è sempre e solo lei, una sublime Cate Blanchett. L'aver costruito l'intera opera intorno alla sua interpretazione di Veronica Guerin si dimostra una mossa vincente. L'attrice palesa il talento di cui è capace, regalandoci diversi momenti d'intensa partecipazione emotiva. Abilissima è nel tradurre con le espressioni del suo volto tutta la determinazione di questa donna, che dietro la spavalderia e un'apparente imprudenza celava invero il timore e la paura nei confronti del nemico che aveva scelto di sfidare, senza però lasciarsi mai intimorire dalle minacce o abbandonarsi alla disperazione, disposta invece a pagare il prezzo del proprio coraggio.
Per me il film raggiunge appieno lo scopo prefisso. Tocca le giuste corde delle coscienze, forse soprattutto nel finale, grazie alla straordinaria incarnazione della protagonista e il supporto di una magnifica colonna sonora, a tratti assai struggente. Non vi è ragione per non consigliarlo. Voto: 4,5/5.
Verso la metà degli anni '90, Dublino non era molto diversa da una zona di guerra, in mano a pochi influenti signori della droga che se ne contendevano il controllo. Il loro oppositore più temibile non era la polizia, bensì la coraggiosa giornalista Veronica Guerin. Investigando sugli spacciatori e denunciandoli, dividendosi tra la famiglia e le responsabilità del suo lavoro, divenne un'eroina popolare nazionale per l'Irlanda.
Harry Gregson-Williams non è certo l'ultimo arrivato e sa il fatto suo. Di conseguenza la bellezza di queste musiche non mi ha sorpreso più di tanto. Davvero ottime, dal gusto irlandese, solenni quando occorre. Sono incluse "Funeral Song" e "One More Day" di Sinéad O'Connor, "Aftermath" di Tricky ed "Everlasting Love" degli U2.
L'ho apprezzato per com'è. Non ci è concesso cambiare la nostra storia.
Non sono un suo estimatore e non ho visto molti suoi film. Ma al momento questo è l'unico ad essermi piaciuto.
La sua Veronica Guerin, da sola, vale e ripaga la visione. La si confronti con i filmati originali della giornalista realmente vissuta, per comprendere quanto bene l'attrice sia riuscita a immedesimarsi nella parte. Incomparabile.
Ha solo un breve cameo. Parla di calcio e di 28mln con Veronica.
L'efferato signore della droga, John Gilligan, reso con cruda efficacia.
Interpreta John Traynor. L'attore è meno irrilevante del solito.
Discreto ruolo di supporto, è Bernie Guerin, la madre di Veronica.
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