Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film
Quando la giustizia, indegna di tale nome, si macchia dell'assassinio di innocenti. E' un assassinio premeditato, quello di Sacco e Vanzetti, colpevoli - come ricorda Volontè-Vanzetti nell'epica scena in cui si difende da solo in tribunale, dopo la condanna a morte - di abbracciare un'ideologia avversa a quella di chi li sta giudicando, ovvero l'anarchia. Inutile sottolineare la bravura di Volontè. Montaldo se la cava meglio nelle scene di azione, nelle proteste e nelle manifestazioni per la strada, che nella parte prolissa delle discussioni in tribunale. Quasi due ore sono pesantucce, ma la vicenda è trattata con cura e ben approfondita e questo è fondamentale per un film con intenti 'politici' come questo.
Boston, 1920. I testimoni di una rapina con doppio omicidio indicano come possibili colpevoli Sacco e Vanzetti, due anarchici italiani. Comincia per i due un calvario in tribunale, fra testimonianze che smentiscono palesemente le precedenti e prove inattaccabili di innocenza: ma la condanna alla sedia elettrica arriva lo stesso, nel 1927.
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