Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film
Due stranieri, accusati e mandati a morte dopo un processo farsa, palesemente innocenti e immolati sia per le scelte politiche che per l'appartenenza a una minoranza: storia brutta e infame, purtroppo sempre attuale. Giuliano Montaldo, da un caso di ingiustizia suprema trasse un film che è considerato un caposaldo del cinema d'impegno dell'infuocata stagione tra il '65 e il '75, il periodo più prolifico in tal senso( naturalmente c'erano anche lungometraggi più volenterosi che riusciti). Nicola Sacco l'anarchico e Bartolomeo Vanzetti lo schivo sono resi sullo schermo da Gian Maria Volontè e Riccardo Cucciolla con rara sensibilità interpretativa e grande aderenza ai ruoli: il primo, concentrato e più "duro", coerente e consapevole dell'impossibilità di ribaltare il proprio destino deciso dal Potere, il secondo introverso e vibrante di sofferenza fino ad esplodere in una scena memorabile per intensità e drammaticità. All'epoca della sua uscita fece sensazione, fu campione d'incasso e la ballata di Joan Baez-Ennio Morricone divenne un classico: oggi che un cinema così diretto e netto è una reminiscenza, è un'opera che lascia il segno.
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