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Sacco e Vanzetti

Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sacco e Vanzetti

di undying
8 stelle

Ricostruzione ben documentata di uno dei più clamorosi errori giudiziari in quel dell'America di inizio XX° secolo. Vittime due onesti immigrati italiani, condannati a morte per le loro "rivoluzionarie" ideologie anarchiche.

 

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1920, Massachusetts. Bartolomeo Vanzetti (Gian Maria Volontè) e Nicola Sacco (Riccardo Cucciolla) - l'uno pescivendolo, l'altro calzolaio, due onesti italiani da anni immigrati in America con le loro famiglie - conducono una vita di stenti passando parte del loro tempo libero al "Circolo dei lavoratori italiani". Hanno aderito a un gruppo anarchico, costantemente monitorato dalle forze dell'ordine, che lotta civilmente per risollevare le sorti della classe operaia. Nel mese di maggio del 1920, durante una rapina a mano armata a South Braintree, vengono uccise due persone. Sacco e Vanzetti, fermati per un controllo, sono trovati in possesso di due pistole pur essendo privi del porto d'armi. È l'inizio di un lungo, estenuante, accanimento razzista ai loro danni da parte di un giudice che, per farli apparire colpevoli alla corte, arriva a falsare gli indizi sfruttando testimoni che dichiarano il falso. Le aberrazioni procedurali, con grande risalto mediatico data l'identità politica dei due indagati, si protraggono sino all'aprile del 1927. Il forzato esito del processo, chiaramente dovuto al loro essere simbolo di idee sovversive, provoca una vivace mobilitazione di massa popolare e una richiesta di grazia al governatore del Massachusetts. Nonostante l'evidenza della loro innocenza, i due verranno "ingiustamente assassinati" sulla sedia elettrica.

 

"Mio caro figlio, ho sognato di voi giorno e notte - non sapevo più se la mia era vita o morte -, volevo tornar a riabbracciare te e la tua mamma. Perdonami, bambino mio, per questa morte ingiusta che ti toglie il padre quando sei ancora in così tenera età. Possono bruciare i nostri corpi oggi, non possono distruggere le nostre idee. Esse rimangono per i giovani del futuro. Per i giovani come te. Ricordati figlio mio: la felicità dei giochi, non tenerla tutta per te. Cerca di comprendere con umiltà il prossimo, aiuta il debole, aiuta quelli che piangono, aiuta il perseguitato, l'oppresso. Loro, sono i tuoi migliori amici."

(Lettera di Sacco al piccolo figlio, scritta prima dell'esecuzione)

 

Riccardo Cucciolla

Sacco e Vanzetti (1971): Riccardo Cucciolla

 

Notevole coproduzione tra Italia e Francia diretta da Giuliano Montaldo, anche autore della sceneggiatura assieme a Mino Roli e Fabrizio Onofri. Un esempio impeccabile di cinema impegnato in grado di veicolare messaggi importanti su argomenti di valenza universale, condivisibili a prescindere dalle convinzioni ideologiche e politiche, che dovrebbero essere sempre attuali, venendo invece facilmente vanificati, rimossi, nella migliore delle ipotesi dimenticati come dimostra il fatto che purtroppo, a distanza di un secolo, sembrano essere stati del tutto accantonati dai nostri rappresentanti politici (di destra e di sinistra, senza distinzione) in un contesto che dovrebbe invece essere di aggregazione tra i paesi della comunità europea, confermando quanto sia vero il detto popolare "la storia si ripete". Basta pensare ad iniziative politiche italiane recenti, clamorosamente assimilabili ad atti criminali, adottate nei confronti dei migranti via mare (l’abrogazione della protezione per motivi umanitari). Scordando che, per altre nazioni, "immigrati" anche noi lo siamo stati e lo siamo tuttora. Ma il valore di un film come Sacco e Vanzetti, al di là del suo più che mai essenziale contenuto di aspetto civico, pur rivoluzionario (basterà ricordare la frase di Sacco su Morgan e Rockfeller, riportata nelle citazioni), sta nella cura della realizzazione, garantita da uno staff tecnico di tutto rispetto: Enrico Sabatini ai costumi, Silvano Ippoliti direttore della fotografia, Ennio Morricone alle musiche (purtroppo limitate ai titoli di testa e alle ultime sequenze del film). La regia di Montaldo stilisticamente è essenziale, ridotta per esigenze di contenuto a una funzione quasi documentaristica (si notino gli intermezzi, filmati d'epoca, con manifestazioni popolari a San Francisco, Londra e New York)

ma eccelle nella direzione di interpreti eccezionali, sui quali ovviamente risaltano Gian Maria Volontè e Riccardo Cucciolla. All'epoca delle riprese non lo si sarebbe certamente detto ma pochi anni più tardi, nel 1977, il governatore del Massachusetts, Michael s. Dukakis, avrebbe poi emesso un proclama per la riabilitazione delle figure dei due sfortunati operai dichiarando che “il processo e l’esecuzione di Sacco e Vanzetti devono ricordarci sempre che tutti i cittadini dovrebbero stare in guardia contro i propri pregiudizi (…) con l’impegno di difendere sempre i diritti delle persone che consideriamo straniere per il rispetto dell’uomo e della verità”.

 

Riccardo Cucciolla, Rosanna Fratello

Sacco e Vanzetti (1971): Riccardo Cucciolla, Rosanna Fratello

 

Citazioni 

 

Bartolomeo si trova di fronte al governatore del Massachusetts, accolto per aver richiesto la grazia.

"Io ho solo chiesto un atto di giustizia, ma voi mi avete spiegato ancora una volta che il sistema si regge sulla forza, sulla violenza. (...) La società nella quale ci costringete a vivere, e che noi vogliamo distruggere, è tutta costruita sulla violenza. Mendicare la vita per un tòzzo di pane è violenza; la miseria, la fame alla quale sono costretti milioni di uomini, è violenza; il denaro è violenza; la guerra. E persino la paura di morire, che abbiamo tutti, ogni giorno."

(Bartolomeo Vanzetti)

 

"Sì, ho da dire che sono innocente. In tutta la mia vita non ho mai rubato o ammazzato. Non ho mai versato sangue umano, io. Ho combattuto per eliminare i delitti. Primo fra tutti, lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. E se c'è una ragione per la quale sono qui è questa, e nessun'altra. Una frase mi torna sempre alla mente: 'Lei signor Vanzetti è venuto qui, nel paese di Bengodi, per arricchire'. Una frase che mi dà allegria. Io non ho mai pensato di arricchire. Non è questa la ragione per cui sto soffrendo e pagando. Sto soffrendo e pagando per colpe che, effettivamente, ho commesso. Sto soffrendo e pagando perché sono anarchico, perché sono italiano. E io, sono italiano. Ma sono così convinto di essere nel giusto, che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte - e io per due volte potessi rinascere - rivivrei per fare esattamente le stesse cose che ho fatto. Io accompagno Nicola, e può darsi che a parlare vada meglio di lui, ma quante volte, quante volte, guardandolo, pensando a lui, a quest'uomo che voi giudicare ladro e assassino - e che ammazzerete -,  quando le sue ossa non saranno che polvere e i vostri nomi, le vostre istituzioni, non saranno che il ricordo di un passato maledetto, il suo nome, il nome di Nicola Sacco, sarà ancora vivo nel cuore della gente. Noi dobbiamo ringraziare, senza di loro saremmo morti come due poveri sfruttati: un buon calzolaio, un bravo pescivendolo e mai, in tutta la nostra vita, avremmo potuto sperare di fare tanto in favore della tolleranza, della giustizia, della comprensione tra gli uomini. Voi, avete dato un senso alla vita di due poveri sfruttati..."

(Bartolomeo Vanzetti)

 

"Non sono i Morgan o i Rockfeller i grandi uomini di questo paese. Ho visto gente migliore di loro, sbattuta in galera per anni e anni. Eugenio Debs, un grande uomo di questo paese. È in galera anche lui, ancora adesso, perché socialista. Questi sì, questi io li amo, per questa gente qui io amo questo paese."

(Nicola Sacco)

 

"Fa male al cuore vedere dei poveretti arrivare dai paesi più lontani e miserandi. Incivili, bisogna pur dirlo: italiani, greci, polacchi, portoricani, cileni. Fa pena certo, pensare ai loro sforzi inumani per mettere radici in una civiltà superiore, per cercare di adeguarsi ai nostri costumi, alla nostra mentalità..."

(Frederick Katzmann)

 

"Il Commonwealth del Massachusetts contro Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti qui presenti, arrestati la sera del 5 maggio 1920 a Brockton, incriminati del duplice omicidio e della rapina compiuti in South Braintree il 15 aprile 1920 alle ore 15."

(Imputazione d'accusa a Sacco e Vanzetti)

 

"In questo giorno 9 di aprile nell'anno del Signore 1927, questa corte di giustizia ritiene e ordina che voi, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, siate mandati a morte mediante passaggio di corrente elettrica attraverso il vostro corpo. Così stabilisce la legge."

 

Gian Maria Volonté, Riccardo Cucciolla

Sacco e Vanzetti (1971): Gian Maria Volonté, Riccardo Cucciolla

 

Sinossi estratta dal verbale allegato al nulla osta (n. 57836 del 11 marzo 1971)

 

"Boston (refuso nel testo originale, la località è Brockton, n.d.r.), due immigrati italiani, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti vengono accusati di una rapina a mano armata ai danni dei cassieri di un calzaturificio, avvenua il 15 aprile 1920. Il processo viene condotto dal giudice Thayer estremamente conservatore e dal procuratore distrettuale Katzmann. La difesa è assunta dall'avvocato dei sindacati, il socialista californiano Moore. Nonostante le prove presentate dalla difesa e la strenua battaglia sostenuta in aula, con un processo parzialissimo sostenuto dall'America 'reazionaria', i due italiani per la loro evidente fede anarchica vengono condannati alla sedia elettrica. Tra l'emanazione del verdetto e l'esecuzione trascorrono sette lunghi anni; una drammatica altalena di delusioni e di speranze. I nervi di Sacco cedono e viene portato in manicomio dove trascorre cinque mesi. Moore riesce a trovare nuove prove che vengono respinte dal giudice che rifiuta un secondo processo. Il caso intanto si è allargato, l'opinione pubblica si mobilita a favore dei due condannati. Scioperi, manifestazioni popolari, raccolte di migliaia di firme. Gli ambienti internazionali, operai, socialisti, liberali mettono sotto accusa la giustizia del Massachussetts. La vita di Sacco e Vanzetti diventa il simbolo del conflitto di fondo che oppone il 'sistema' alle forze che premono per riformarlo. A Moore si è affiancato uno dei più noti avvocati di Boston, Thompson. Un portoricano, Celestino Madeiros, in attesa di essere giustiziato confessa di aver partecipato alla rapina ma rifiuta di fare il nome dei complici, scagionando Sacco e Vanzetti. Thompson fa ricerche e prova che ciò è vero ma il giudice respinge ancora le nuove prove e rifiuta di riaprire il processo confermando la sentenza. Si scatena nel mondo una nuova ondata di proteste ma il governatore Fuller rifiuta, sia le migliaia di petizioni avanzate da stati, enti, persone, operai, personalità, sia la domanda presentata da Vanzetti stesso. I due italiani vengono giustiziati alla mezzanotte del 23 agosto 1927. Muoiono con grande dignità, protestando ancora una volta la loro innocenza."

 

Riccardo Cucciolla

Sacco e Vanzetti (1971): Riccardo Cucciolla

 

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Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti 

 

"La legge non ha mai reso gli uomini più giusti, neppure di poco; anzi, a causa del rispetto della legge, perfino le persone oneste sono quotidianamente trasformate in agenti dell'ingiustizia."

(Henry David Thoreau)

 

La ballata di Sacco e Vanzetti (OST di Ennio Morricone)

 

F.P. 21/07/2023 - Versione visionata in lingua italiana su Amazon Prime Video (durata: 124'42")

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