Regia di Guy Debord vedi scheda film
Il migliore commento a questa "proiezione" è:
"Art.9: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Da due giorni non si hanno più notizie di OGM. Ha lasciato a casa gli occhiali e la tessera del videonoleggio."
(Il regista apprezzerebbe. Guardare per capire: ma non aspettatevi un film, questa di Guy Debord è una provocazione)
Scherzi a parte, quest'opera è il logico e inevitabile prodotto di una cinematografia che ha preso coscienza del proprio svuotamento, che si è resa conto di essere ormai ridotta ad un repertorio di frasi fatte e di situazioni prive di poesia. Ecco che allora essa finalmente decide di riprendere in mano, responsabilmente, il proprio destino in quanto arte. Così, per il momento, si avvale della facoltà di non rispondere di fronte ai richiami di un'industria sterile e demagogica e di un pubblico ottuso ed acquiescente. Essa nega la propria voce nell'attesa che la democrazia, da un insieme di proclami teorici, ritorni ad essere l'espressione viva di un popolo critico e maturo.
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