Trama
Alla fine degli anni 70, nell'abbandono istituzionale post-legge Basaglia, a Trieste emerge la figura enorme, magniloquente e controversa di Claudio Misculin, eclettico sperimentatore teatrale - regista, drammaturgo e autoproclamatosi matt-attore - che fonda l'Accademia della Follia, laboratorio di teatro cucito addosso ai malati psichiatrici rimasti senza una realtà a cui fare affidamento. Misculin crea un movimento culturale unico e innovativo, una ricerca artistica e umana a cui dedica tutta la sua vita con l'idea che valorizzando la follia dei suoi attori sia possibile per loro superare la condizione di malattia e diversità.
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