Regia di Alessandro Piva vedi scheda film
Un film interessante, perché a suo modo istruttivo. Comunque amarissimo sull’Italia del sud. La città di Bari nella fattispecie.
Il quadro umano che emerge è schifoso. Uomini (ma anche donne) piene di vizi, menzogne, disonestà assortite. Quel che è rilevante è che questo squarcio non è irrealistico: parte della realtà del Sud Italia è dipinta bene in questo affresco corale di 15 anni fa, recitato perfettamente. È chiaro che ci sono tante parti sane di quella società che qui non emergono, ma il film ha il valore di un denuncia sociale seria.
Il dialetto barese resta forse il più “simpatico” che abbiamo in Italia, e viene valorizzato (anche se ci volevano i sottotitoli), così come tanti aspetti della vita quotidiana pugliese, in un film in cui si sorride parecchie volte, nonostante sia drammatico.
Lo Cascio è stretto nella parte di un uomo limitatissimo, Rubini recita alla perfezione. Il film ha ritmo, ma i suoi limiti maggiori stanno nel “percorso di formazione” che il personaggio di LoCascio compie in una notte, per imparare a vivere da adulto, se così si può dire (più che altro, impara a vivere male). Il “Sorpasso” aveva tutt’altra riflessione.
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