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Carmen Story

Regia di Carlos Saura vedi scheda film

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La recensione su Carmen Story

di Baliverna
8 stelle

Cinema, musica, ballo: un cocktail riuscito per il regista Carlos Saura.

Non avevo mai visto un film di Carlos Saura, benché ne avessi sentito parlare e letto di lui molte volte. Devo dire che è stato un buon inizio.

È un esempio di felice compenetrazione tra cinema, ballo e musica, dove nessuno di questi componenti ne soffre o viene sacrificato. Saura indugia nel filmare le prove della compagnia, sia di flamenco (con tanto di chitarre), che di opera (superfluo specificare, la “Carmen”); e lo fa con inventiva e versatilità nell'uso della macchina da presa e nella scelta delle inquadrature. Quindi, anche i non appassionati delle suddette arti non si annoiano, perché la rappresentazione è ben retta dall'arte cinematografica del regista. Segnalo in particolare un carrello laterale a livello del pavimento – tecnica poco usata - per inquadrare le gambe e i piedi delle ballerine (che calzano le tradizionali scarpe col tacco).

La trama vera e propria – la virulenta passione del coreografo per la ballerina più bella – non è accessoria, ma si prende il suo spazio e costituisce un ironico commento agli spettacoli rappresentati, a partire dal nome della ragazza (Carmen).

Questa (Laura del Sol) è tanto bella quanto volubile, impulsiva ed egoista; nella fattispecie, è incline al tradimento più futile, e restia a qualsiasi legame. Quando il coreografo (Antonio Gades) lo capisce, è già troppo tardi. La passione vorace che nutre per la ragazza lo porta ad infilare un errore dopo l'altro, fino ad uno al quale non c'è rimedio. Il personaggio di lei ricorda abbastanza da vicino la donna di “Quell'oscuro oggetto del desiderio” di Luis Bunuel, che senza dubbio Saura conosceva.

Il film è girato quasi interamente in un teatro di prova, situato per di più in una zona periferica. C'è solo qualche breve scena fuori dallo stesso, e non si vede altro. Comunque, tra flamenco e opera c'è tutto il sapore della Spagna, anche se di quest'ultima non vediamo praticamente niente. Ma se un regista ci sa fare con la macchina da presa come Saura, allora il film comunque sta in piedi e funziona.

Lo consiglio a tutti i cultori del flamenco e della Spagna, ma può piacere anche a molti altri, come me.

 

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