Regia di Siro Marcellini vedi scheda film
Nell'antica Babilonia un tiranno spadroneggia fino a quando rientra dall'esilio il legittimo erede al trono, che prima libera una bella schiava, venendo a sua volta imprigionato, poi fugge e si vendica del despota, prendendo il suo posto e sposando la schiava.
Tardo peplum, che arriva a filone storico-mitologico ormai ampiamente usurato, diretto da un mestierante non fra i migliori. Siro Marcellini, che risulta qui anche autore della sceneggiatura insieme a Gian Paolo Callegari e Albert Valentin, fa tutto ciò che gli è possibile - non tantissimo, appunto - per confezionare l'ennesima storiella di vendetta/giustizia e trionfo dei buoni (e dei buoni sentimenti) nell'antichità, ambientata questa volta a Babilonia, e date le condizioni di partenza (ivi incluso il budget striminzito) non si può dire che non abbia fatto un buon lavoro. Ma da qui a sostenere che la visione de L'eroe di Babilonia abbia qualche elemento interessante, ce ne passa: il ritmo non è altissimo, le vicende narrate sono già straviste e il cast pullula di seconde linee e abituali frequentatori del genere: Gordon Scott, Moira Orfei, Andrea Scotti, Giuseppe Addobbati, Piero Lulli, Celina Cely e Harold Bradley, giusto per citare i più noti (e c'è anche Oreste Lionello in una particina). Combattimenti da sbadiglio, tensione sotto la soglia minima, lieto fine obbligatorio. Marcellini licenzierà altre tre pellicole entro la fine del decennio, per poi scomparire dai radar del cinema italiano. 2/10.
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