Regia di Daniele D'Anza vedi scheda film
Quali sono i generi cinematografici che vanno per la maggiore nel 1967? E' presto detto: i film di spionaggio e i western. Ecco quindi che Totò diventa un agente segreto e poi un cowboy, per combinare nuovi pasticci buffi.
Uno dei dieci episodi (in origine tanti dovevano essere, ma ne sono stati effettivamente realizzati solo nove) della serie Tutto Totò, realizzata per la Rai, con la regia di Daniele D'Anza, negli ultimi mesi di vita dell'attore napoletano. Probabilmente è il più tirato via della serie, constando di una serie di sketch pressochè sconclusionati e legati malamente l'un con l'altro. Diviso narrativamente in due tronconi, il primo 'spionaggio' e il secondo 'western', Totò ciak vuole semplicemente riproporre il repertorio del Principe sfruttando il facile espediente della parodia cinematografica; si aggiungono poi alcuni insensati siparietti musicali, che determinano per la pellicola ulteriori debiti verso il musicarello. Fra i cantanti impegnati sulla scena ci sono anche Gianni Morandi e Bobby Solo (Non c'è più niente da fare è la sigla finale, eseguita dal secondo); fra gli attori invece vanno menzionati anche Ubaldo Lay, Gordon Mitchell (Mitchel nei titoli di coda) e Daniele Vargas. La fotografia è a cura di un giovane di belle speranze, tale Vittorio Storaro. Curiosità: Totò morì prima di riuscire a doppiarsi e per quasi tutto il film la sua voce è (in maniera del tutto evidente) imitata dall'esperto Alighiero Noschese. Prodottino simpatico quanto inconsistente e realizzato con la mano sinistra. 2/10.
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