Regia di Nigel Cole vedi scheda film
Per dirla all'inglese, rubbish (spazzatura). Da un soggetto anche interessante, un film che non sa proprio di niente e dopo tre minuti ha già esaurito tutta la sua carica. La parte migliore è quella in cui recitano Julie Walters e John Alderton, il quale però muore quasi subito. Tutto nasce infatti dalla morte di questo brav'uomo per la leucemia. La moglie e l'amica Chris decidono di proporre alle componenti dell'associazione delle donne religiose la realizzazione di un calendario in cui appariranno nude e di finanziare con il ricavato la ricerca sulla leucemia. A questo punto dovrebbero seguire una serie di buffe conseguenze che porteranno la comunità puritana e bigotta ad accettare la realizzazione del calendario con queste attempate modelle. In realtà si scivola invece nel cliché più risaputo, con la paura dell'insuccesso che si trasforma in successo strepitoso, tanto che le "ragazze" verranno addirittura invitate in America a partecipare allo show del bravissimo (l'ho visto più volta in TV) Jay Leno. E qui le donne si dimostreranno incapaci di gestire il successo ottenuto. Ma quel che è peggio, il film scivola ancora più in basso, con una vieta satira dello show business, tematica che si è vista più e più volte nel corso dei decenni. Sembra addirittura di vedere qualche vecchio film con Alberto Sordi del tipo "Un italiano in America" o "Un tassinaro a New York". Non c'era certo bisogno che ci riportassero a Hollywood queste attempate conigliette (che fra l'altro non sono nemmeno dodici come i mesi dell'anno). Poteva essere interessante il tema del rapporto di Chris con il figlio che si vergogna come un ladro della mamma modella, ma l'argomento non è per niente sviluppato. Non saranno (non sono stati) certamente soddisfatti scopofili e gerontofili, perché le attrici, eccettuate un paio di scene di Helen Mirren e Julie Walters, non mostrano niente. E tutto sommato è meglio così.
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