Regia di Michael Hoffman vedi scheda film
Dopo un'inizio che sembra strizzare l'occhio nei confronti di 'L'attimo fuggente', il film di Michael Hoffman vira da tutt'altra parte, rimescolando un po' le carte della trama, confusa tra l'elogio dell'insegnamento e dall'apprendimento, come base per la formazione della propria personalità e una critica, piuttosto all'acqua di rose, dell'arrivismo cieco insito nella politica ad alti livelli - un senatore senza scrupoli e di riflesso il figlio - che non si ferma dinanzi a nulla pur di ottenere un risultato, anche in maniera disonesta.
'Il club degli imperatori' narra la storia del professor Hundert (Kevin Kline molto criticato ma per me in gran forma), appassionato insegnante di storia antica in un College esclusivo della Virginia ed il suo rapporto conflittuale con un allievo, Bell (Emile Hirsch, agli esordi ma già molto bravo) che, per ben due volte nell'arco di 25 anni bara in una gara denominata 'Giulio Cesare' (vera e propria americanata stucchevole, una specie di quiz per premiare lo studente più preparato) ma verrà scoperto dall'insegnante che lo fregherà sottoponendogli una domanda di cui lui non potrà conoscerne la risposta.
Un po' anonimo come regia e risaputo nella descrizione dell'ambiente scolastico, con i soliti studenti secchioni, i ribelli, il preside severo, i regolamenti inflessibili e un po' ottusi, ma da salvare per alcuni dialoghi memorabili - su tutti da citare quello detto dal professore ''La gioventù invecchia, l'immaturità si perde via via, l'ignoranza può diventare istruzione e l'ubriachezza sobrietà, ma la stupidità dura per sempre'' - e la recitazione dell'intero cast, tra i quali vale la pena citare altri due giovani alle prime armi come Paul Dano e Jesse Eisenberg (due studenti) e Harris Yulin nei panni del senatore dai modi spicci, padre del ragazzo che si scontra con l'insegnante.
Voto: 6.
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