Regia di Michael Hoffman vedi scheda film
Si narra delle prime vicissitudini scolastiche berlusconiane, ove un professore, pur tenero e di ottimi principi, s’abbandona al demone corruttore per quieto vivere, non denunciando il discolo futuro premier, ma bruciandone comunque le avide e precoci velleità di primato con un’astuta domanda in una sorta di jerryscottesco proto chivuolessermilionario.
Venticinque anni dopo, il probo insegnante, ritroverà i suoi ex alunni, (tra cui il berlusca - ma guarda un pò! – lanciato verso una fulgida carriera politica). Si reitererà, per gioco, l’antica tenzone gabbata già una volta dal fellone in erba, nuovamente intenzionato a bissare il bluff, ma anche stavolta il professore, mangiata la foglia, lo condannerà, se non al pubblico ludibrio, almeno ad una parziale brutta figura, esponendogli più tardi, in un teso faccia a faccia, tutto il rammarico per il proprio insuccesso di educatore, ma subendo anche gli strali dell’ex studente che gli rinfaccerà che cosi va il mondo ormai, che l’onestà non paga, che lui, si, diventerà qualcuno, anche col furto, l’inganno e quantaltro, se necessario.
Ma all’impietoso confronto, assisterà involontariamente, Pier Silvio, bimbetto primogenito maschio del Berlusca, che avvicinandosi con aria seria e di rimprovero al papà attonito, esclamerà: “E potevi dirlo subito no! Altro che perdere tempo giocando a nascondino… da domani subito un corso da amministratore delegato ed almeno tre televisioni in camera!!!”
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