Regia di Daniele D'Anza vedi scheda film
Tratto da un'antica farsa dello stesso Totò, che qui è anche autore della sceneggiatura, l'episodio è centrato su una crudele scommessa tra due coniugi, che vogliono mettere alla prova l'affidabilità di un impiegato e la sua fedeltà al capo di un'azienda, il marito della coppia (Mario Pisu).
È ruolo piuttosto insolito per Totò, che — vestito, come sempre, in frac, bombetta e pantaloni "a zompafossi" si trova nei panni del fin troppo ingenuo impiegato Oberdan Lo Cascio, nel cui nome e cognome quasi si sintetizzano i due estremi geografici del nord e del sud dell'italia. È quindi il povero protagonista che accetta di partecipare a una cenetta intima con la moglie del principale (Luisella Boni), senza sapere che ha scommesso sul tradimento di quell'impiegato da tutti ritenuto onesto e incorruttibile. Naturalmente, il tutto è servito in un contesto da sketch d'avanspettacolo, con riprese in studio e pochissimi movimenti di macchina, salvo i numerosi primi piani del viso di Totò, fotografato dal bravo Mario Scarpelli.
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