Regia di Elem Klimov vedi scheda film
Finché lo scopo del racconto è il filtro stesso, il bambino che si muove in un mondo che non capisce e vede le tragedie succedersi come insulse, irragionevoli e senza motivo, Va' e vedi è un capolavoro, sia tecnico che espressivo in generale. La steady-cam che tallona i personaggi e spesso ignora la distruzione (lasciandola fuoricampo, e relegando al campo solo l'illusione prima e la pazzia poi) è una soluzione innovativa ed è degna di Kubrick come anche dei maestri sovietici. Più che mai lo sguardo di Florya nascosto dietro una mucca, che elabora in sequenza la forma dell'occhio del bovino ucciso e la luna, è indicativo di un film di guerra altro che sta oltre la Storia. E anche quando i sopravvissuti nella palude ricostruiscono lo spaventapasseri di Hitler, il regime "etico-cinematografico" regge, allertando lo spettatore che è la reazione normale di un popolo che vede il proprio mondo distrutto per ragioni assolutamente assurde e irrazionali. Dopodiché, lo sguardo si libra sopra Florya e se ne dimentica, la sua storia diventa a tutti i costi rappresentazione e sfogo e rivincita, i nazisti assumono un volto, le vittime muoiono disperate di fronte ai nostri occhi - e solo in parte di fronte a quelli di Florya, che è lì al lato, a vedere tutto dallo spioncino, come sempre - e addirittura Hitler è la vera unica sola cosmica ragione di una guerra mondiale. Fuori da ogni ragione storica, dentro la rabbia di Florya che invece a quel punto è lo sguardo dell'intero universo.
Va' e vedi è un film incazzato che fa incazzare. Dimentico completamente degli sforzi sottili e altrettanto cosmici dell'Ascesa di Larisa Shepit'ko, di cosa sia il singolo e la guerra, di cosa voglia dire tenere un "regime di sguardo".
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