Regia di Elem Klimov vedi scheda film
L'ombra del giovane protagonista si aggira per le desolate campagne bielorusse; non importa se è isolato o circondato da feroci sconosciuti, in un batter d'occhi si è già lasciato tutti alle spalle: è uno spettro, eppure con il fucile sempre stretto nel braccio, lontano dal mondo eppure costantemente in trincea. La guerra ha serrato le terre della sua infanzia ed egli non può fuggire, è in trappola come ogni altra anima che cerca di sopravvivere - ciascuno con la propria divisa, con le proprie forze - sotto quel cielo impenetrabile.
Uccidere un uomo oppure ucciderne cento? La mano invisibile che falcia i campi di quest'opera non vede differenze: la ragione cammina a quattro zampe così come una mucca china sul fieno, nessuno giungerà mai a portare giustizia. Questa nuova realtà si fa senza tempo e feconda di terrore: i primi piani che ritraggono il ragazzo tapparsi le orecchie divengono sempre più asfissianti; egli rigetta queste visioni, vorrebbe fuggire, eppure non esiste alcuna strada per farlo. Voltate le spalle a una nuova miseria, gli occhi del giovane vengono catturati da una nuova strage, le sue orecchie da una nuova esplosione, la sua pelle da una gelida pistola puntata alla fronte. E' un proferire di colpi letali, senza volto né istanti di tregua: la guerra totale che corroderà l'anima di Flyora fino al punto di bruciarla.
Sembra più facile credere sia solo un brutto sogno, forse fino alla fine il ragazzo la penserà così, eppure lo spettatore ne è consapevole: Flyora non uscirà mai più dall'incubo di un'umanità bestiale, fattasi vittima e carnefice davanti all'altare della propria pazzia. Il sangue bagna davvero la terra, il fuoco brucia davvero corpi straziati, i cadaveri cercano pace spalancando gli occhi alla luce del sole.
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