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Va' e vedi

Regia di Elem Klimov vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Va' e vedi

di zombi
8 stelle

nel 1943 in bielorussia 628 villaggi furono bruciati con tutti i loro abitanti dai tedeschi. questi sono i fatti intorno a cui klimov costruisce il proprio film. uno di quei film, che come disse il pulici una volta parlando del SALO' pasoliniano, ci si vergogna a definire film bellissimi. florya è un ragazzino che troviamo all'inizio scavare nei campi sabbiosi intorno al proprio villaggio alla ricerca di cose utili; un fucile per esempio. viene "arruolato" dai partigiani che si organizzano per cercare di contrastare l'orda teutonica che di lì a poco li travolgerà. florya non è pronto a quello che starà per vivere. e come può, è ancora un bambino in definitiva. non lo è mai un adulto pronto al peggio, come può esserlo lui che è ancora innocente. e così quando il plotone di volontari parte per accogliere l'invasore lui rimane al campo base con una ragazza. all'inizo sembra un gioco, financo seduttivo, ma ben presto quel rumore sordo che fa alzare la testa e gli occhi al cielo, comincerà a rilasciare la semente malefica. una semente che fino alla prima ora di film non ha faccia, identità. è un'entità indistinta che parla un idioma diverso. ma quando florya torna al paese con la ragazza e non trova nessuno, perchè tutti sono accatastati dietro ad una stalla uccisi, la mente di florya comincia a vacillare e non ci sarà redenzione per quel viso d'infante disilluso e violato. da lì è una giostra degli orrori dove si accorgerà che l'essere umano non ha fondo alla crudeltà nei confronti degli altri. altri che sono considerati portatori di un germe ideologico diverso e avverso e per questo non degni di vita. queste sono le parole di un tenente che dice al proprio comandante di sedersi e tacere, quando lo sente frignare come un vecchino da ospizio con la demenza senile. tanto, di fronte ai partigiani, sanno che dovranno morire. un villaggio intero rinchiuso in una stalla e fatto uscire solo chi non ha bambini, poichè i bambini sono coloro che tramandano i geni cattivi, e quindi da novello erode, il grande esercito tedesco si sente in dovere di sterminare la genia infetta. il film di klimov spiazza. non è il solito film di guerra dove gli orrori sono messi in mostra secondo una scaletta precisa. florya, un immenso aleksey kravchenko, è testimone di una cosa totalmente nuova ai suoi giovani occhi e totalmente straniante. lo vediamo divenire vecchio, guardare a ciò che vede con un sgomento tale come se non dovesse mai lavarsi di dosso quell'espressione. viene da pensare che solo un russo potesse fare questo film in questo modo, come L'ASCESA, capolavoro della shepitko, già profondo conoscitore degli orrori perpetrati dalla rivoluzione russa di lenin e stalin. e quando alla fine florya imbraccia il fucile e lo punta verso uno specchio d'acqua, ho pensato che volesse uccidere l'immagine di sè che vedeva riflessa, invece nell'acqua melmosa giace un'immagine trionfante di adolf hitler e florya comincia a sparare, sparare, sparare e sparare come a tentare di riportare indietro la storia fino alla nascita di quel perverso mostro che ha potuto tutto questo. ritornato alla realtà, si gira e corre a confondersi con il plotone in marcia. la telecamera si perde momentaneamente nei boschi e quando raggiunge per un'istante la coda degli uomini è inverno

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