Regia di Alessandro Di Robilant vedi scheda film
I geniali Elio e le Storie Tese, qualche tempo fa, fecero una parodia della canzone con cui Valerio Scanu vinse Sanremo (che era già una parodia di per sé con l’immortale verso “a far l’amore in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi”) in cui mettevano in mezzo la padrina di Scanu (la Maria De Filippi, che aveva allevato il cantantino nella scuola di Amici) e suo marito, che proprio in quell’edizione del Festival inscenò un triste talk in cui chiamò a parlare Scaloja e Bersani. Insomma, la canzone ad un certo punto diceva “tutto l’universo è governato da Costanzo”. Maurizio Costanzo è ovunque. Ora sta tentando di cercare una specie di successo sulla Rai ma non ci riesce. Ma in ogni caso è ovunque, conduce programmi, scrive libri, dirige teatri, sta in una mezza dozzina di consigli d’amministrazione, fonda società, balla con la Carlucci… È l’onnipresenza. Una delle cose migliori che ha fatto è la collaborazione alla sceneggiatura di quel capolavoro che è Una giornata particolare. Il soggetto di Per sempre è opera sua e c’è da mettersi le mani nei capelli. Sbaglia totalmente i toni, confonde il racconto di uno stato d’animo metafisico con la rappresentazione del nulla totale, si dimentica di costruire una storia credibile e s’ingorga in disperazioni spicciole, ossessioni immotivate e soliti cliché. Di Robilant non c’entra, il difetto sta nel manico. Per di più riesce a sprecare due attori con gli attributi come Giancarlo Giannini e Francesca Neri, che in dieci anni avranno fatto uno o due film che davvero rendono loro giustizia.
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