Regia di Paolo Modugno vedi scheda film
L’animazione italiana manda segnali di esistenza e ora tenta anche l’approccio con le moderne tecnologie legate al 3D. L’apetta Giulia e la signora Vita, rispetto ad altri film visti recentemente, dimostra un miglioramento deciso dello standard di animazione 3D raggiungibile in Italia, ma ancora ben lontano da quello a cui siamo stati finora abituati dalle major americane. Tutto questo non è e non deve essere un metro di giudizio esaustivo, e il film dimostra senza dubbio una sua intrinseca vitalità e una colonna sonora più che apprezzabile. La storia è quella della dolce apetta Giulia che già da neonata rivendica il diritto ad avere un nome e a non essere considerata solo un numero come le altre operaie. Giulia dimostra anche un’inesauribile sete di conoscenza; oggetto delle sue infinite domande è mamma ape che per tacitare i furori cognitivi di Giulia le racconta strane storie di esseri umani, diventando una sorta di speculare animale. I misteri della vita, compreso l’ultimo e più insondabile, ovvero la morte, sono snocciolati in questi racconti che diventano una specie di apologhi, talvolta un po’ troppo morali e oscuri. Rispetto ai suoi simili d’oltreoceano, ciò che penalizza il film non è tanto l’inferiore qualità dell’animazione, quanto una certa rigidità narrativa che ne limita la possibilità di essere goduto pienamente da un pubblico trasversale, in cui ognuno trovi delle personali chiavi di lettura, che non siano pensate esclusivamente per l’infanzia.
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