Regia di Paolo Modugno vedi scheda film
Alla fine lo sconcerto è arrivato a rubare il primo posto alla noia, nella classifica dei sentimenti suscitati dalla visione di questo obbrobrio animato. Passi pure che nessuno in fase promozionale abbia sottolineato che il pubblico sotto i quindici anni avrebbe avuto oggettive difficoltà nell'apprezzare il film; passi pure che la sceneggiatura sembri scritta da un teoretico di fine medioevo; passi pure che la tecnica d'animazione ricordi a tratti certi disegni cecoslovacchi di trent'anni fa; passi pure che si sia preso a prestito (gratuito) Fellini e il suo Matto; passi addirittura che Dio sia biondo e che la morte sia bella. Ma non può passare (NO!) che un organismo di dieci millimetri, senza il minimo accenno di sistema nervoso centrale e menchemeno alcuna consapevolezza di sè, venga raffigurato come un bimbetto di tre anni, assennato e pienamente cosciente della propria essenza, che, agghiacciandoci il sangue, dall'interno dell'utero implora la madre di non abortirlo! Si può scavare a lungo nella propria memoria, senza tuttavia riuscire a ricordare qualcosa, letterario o filmico, di più osceno e vigliacco di questa schifezza animata.
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