Regia di Pierfrancesco Campanella vedi scheda film
Prendete una trama da spaghetti-thriller di serie Z (un omicidio con squadrette da disegno scatena degli emuli in un condominio, dove un paio di donne decidono di simulare altri omcidi simili per liberarsi di qualche incomodo). Riempite la trama di voragini, abbandonate i personaggi dopo dieci minuti e ritirateli dentro dieci minuti prima della fine. Mettete in mezzo un cast che è il trionfo del demi- monde cinematografaro romano. Basta questo a fare un trash da ricordare? No, e nemmeno se aggiungete un doppiaggio fuorisincrono da fare invidia a Ghezzi, e una serie di controcampi sballati che nemmeno il giovane Godard. Cosa manca dunque al pieno godimento pecione? Manca quel quid di fantasia visionaria, involontaria. Tutto il film è girato in uno stile televisivo di tale noia e piattezza da non poter essere godibile che a frammenti. Gli unici due misteri veri del film sono: 1) perché la Columbia italiana lo distribuisce, e perché ha abbondato in trailer e interviste sui Tg? 2) Chi è la più rifatta nel ghiotto parterre di attrici e attricette? La citazione prima dei titoli di coda è da Paul Valéry, per chi sa apprezzare.
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