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Il trionfo della volontà

Regia di Leni Riefenstahl vedi scheda film

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Raffaele92

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La recensione su Il trionfo della volontà

di Raffaele92
10 stelle

Un capolavoro imperioso, opera mastodontica che va oltre il cinema e che sfrutta i più alti espedienti e le più raffinate tecniche dell’ancora fresca Settima Arte per farsi monumentale.

Con lo scopo di dar nuova fiducia al popolo tedesco dopo la sconfitta della Prima Guerra Mondiale, questo magnifico documentario vede lo svolgersi di parate dalla portata biblica.

Ciò che ha reso la pellicola innegabilmente importante quanto indubbiamente affascinante è il modo in cui la regista tedesca riprende il tutto, tra carrellate, riprese dal basso (i tre imperiosi striscioni con la svastica) e dall’alto.

La massa diventa un flusso, un unico corpo in movimento eletto a protuberanza della gloria di una nazione.

Sicuramente il punto più alto di cinema piegato (o elevato?) a propaganda.

Leni Riefenstahl riesce a dar corpo a un’idea, a trasmettere la carica rivoluzionaria insita in un (seppur discutibile) credo, puntando alla massima spettacolarizzazione dei suoi riti e simbolismi, nobilitando il patriottismo di fondo grazie alla miracolosa fusione tra l’imponenza visiva e quella ideologica.

Al di là del sottotesto politico, è oggettivamente parlando uno spettacolo di rara bellezza e perfezione geometrica.

La fotografia e la gestione degli spazi fisico-visivi sono magistrali e a dir poco innovativi.

Interessante è poi notare come la città stessa di Norimberga, teatro dell’evento in questione, venga in qualche modo fatta protagonista, magnifica terra fertile per una rinascita politica.

Questa punta inarrivabile della Storia del Cinema glorifica un credo, dando all’immagine (intesa nella sua accezione assoluta) un significato nuovo e radicale.

“Il trionfo della volontà” non si è semplicemente fatto portavoce dei sentori di un Paese, ma ha racchiuso lo spirito di un’epoca elevando a massima potenza l’essenza stessa di una nazione.

Iconico, seminale, didatticamente obbligatorio; un modello per tutto il cinema a venire (non solo quello documentaristico).

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Ultimi commenti

  1. (spopola) 1726792
    di (spopola) 1726792

    E' giusto infatti giudicare le opere in base ai risultati conseguiti e questa di Leni Liefensthal (sicuramente discutibile per il suo posizionamento di pensiero) è un'opera magnifica di agghiacciante (e imponente) precisione degna delle esperienze (anche sperimentali per quanto riguarda la sintassi cinematografica e la sua evoluzione) di Lang e Sperr e di tutte le avanguardie degli anni '20 messa purtroppo al servizio di un delirio collettivo di onnipotenza (faraonica anche nella costruzione: 17 operatori e oltre 19 aiuti operatori dislocati nelle varie sedi del Congresso che usarono teleobiettivi di ultima generazione (per quei tempi ovviamente). Importante (e improbo) anche il lavoro del montaggio: 130.000 metri di pellicola girata ridotti a poco più di 3.000. Certo è un'opera di propaganda altrimenti non avrebbe avuto così tanti supporti finanziari, ma come ha scritto Leonardo Quaresima, è comunque anche un film che al di là degli slogan e delle parole d'ordine utilizzate per trasmettere in positivo l'immagine di un regime, sa anche organizzare la visione, l'ascolto e la partecipazione dello spettatore come mai era stato fatto prima lavorando principalmente sull'estetica, sulla stilizzazione della realtà e dove "il quadro di riferimento è quello dell'arte classica".

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