Regia di Luciano Emmer vedi scheda film
Terribile. Un regista, dopo 30 anni di silenzio, si è risvegliato. In questo non c'è nulla di male, anzi. "Una lunga lunga lunga notte d'amore" preannunciava già qualcosa di negativo. Ma qui siamo negli abissi del peggio. Tre episodi, il secondo sembra una copia ultrasbiadita (e fraintesa) di uno qualsiasi dei tre film colore di Kieslowski, il terzo vuole fare il verso al Fellini di "La strada" (ma lasciamo perdere), il primo è il più realistico, ma anche quello che più assomiglia a una puntata di "Commesse" o qualcosa del genere. Non si può proporre un film così scontato usando la difesa del "cinema della semplicità". Bocciato. Da vedere i lavori anni '50 e '60 di Emmer per rifocillarsi.
Ad Emmer piace il reggae. Possibile?
Insopportabile alcolizzato. Giannini dovrebbe ritirarsi per un po', a riflettere. Magari a scegliersi qualche ruolo veramente intenso.
Ci prova in tutti i modi a ravvivare di "poesia" una sequenza (il ballo) già in difficoltà. Il risultato: trashissima. Che lingua parla? e soprattutto: che lingua parla il film?
L'impegno c'è. Non lo si può negare. Detto questo...il resto è tragedia. In televisione potrebbe anche essere accettato lo sguardo inebetito inespressivo finto drammatico della Ferilli. O su un calendario. Ma per carità, sul grande schermo no. Troppo grande. Quando le dicono che il marito è morto si morde il polsino della manica del pullover come se stesse avendo un orgasmo. E' possibile? Vestita da clown, nel finale, è la ciliegina sulla torta (magari quella che cade nel primo episodio). A sabbri'!
La regia è realmente sciatta. Alcuni zoom (per carità, stile personale) sembrano usciti da roba tipo Mariano Laurenti, solo che senza la contro-ambizione del trash dichiarato. Televisione pura fatta male. Peccato.
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