Trama
Nella primavera del 1940 l'esercito francese viene travolto dalla Wehrmacht; lunghe file di prigionieri francesi vengono così avviate verso i campi di prigionia nella Germania nazista. Su un ponte che attraversa il Reno s'incontrano per caso due francesi, molto diversi per condizioni ed idee: Jean Durrieu, un brillante giornalista, convinto interventista, e Roger Balland, un mite pasticcere senza particolari ambizioni. I due vengono mandati in una fattoria e mentre Roger si adatta presto, fraternizzando coi contadini tedeschi, Jean non fa altro che pensare alla fuga. Un giorno infatti Jean riesce a scappare, riparando in Inghilterra per riprendere la lotta. Roger invece via via che il tempo passa si trova sempre meglio nel paesetto tedesco, dove la vita si fa sempre più difficile ma dove tutti gli sono amici. Stringe un'affettuosa relazione con Helga, una ragazza rimasta sola, la quale vede in Roger l'unico sostegno ed aiuto. Finita la guerra, a Parigi la vita ha ripreso un ritmo normale. Jean è di nuovo con la sua compagna Florence ed è divenuto direttore del suo giornale. Ma improvvisamente la sua situazione si fa difficile: si scopre, infatti, che Florence è stata una collaborazionista dei nazisti. Jean si dimette dal giornale per rimanerle accanto, ma la donna si allontana spontaneamente, spaventata da una vita di povertà. Anche Roger è tornato a Parigi, ma la moglie non gli dimostra alcun affetto. Egli decide allora di ritornare nel paesetto tedesco, per andare a vivere con i suoi amici d'oltre Reno.
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.
- Leone d'oro al Festival di Venezia 1960
Commenti (2) vedi tutti
Pur mantenendo una liberta' di fondo per un essere umano,il film alla fine non ha quell'impatto emozionale che si aspetterebbe da uno sfondo di guerra ....a tratti sfiora scene da commedia.Se poi pensiamo il Leone D'Oro scippato a Visconti mi vengono solo i brividi e un po' di rabbia.
commento di ezioHa il gravissimo torto di aver scippato il Leone d’oro al Visconti di Rocco e i suoi fratelli in una programmazione che vedeva in competizione anche L’appartamento di Billy Wilder e che quindi poteva trovare un accomodamento meno scandaloso nel verdetto pur nella (comunque indecorosa) negazione di una consacrazione Viscontiana che era inevitabile
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792