Espandi menu
cerca
Atanomia di un massacro

Regia di Michelangelo Bertocchi vedi scheda film

Recensioni

L'autore

FulvioWetzl

FulvioWetzl

Iscritto dal 17 marzo 2023 Vai al suo profilo
  • Seguaci 4
  • Post -
  • Recensioni 6
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Atanomia di un massacro

di FulvioWetzl
8 stelle

Il fil-rouge che incardina il film è la registrazione (solo audio) di un ragazzo disabile che ipotizza un massacro eclatante che coinvolga tutta la scuola, studenti intenti a riempire il vuoto pneumatico delle ore scolastiche, docenti a inanellare i propri riccioli incolti o ad impartire lezioni dadaiste, inutili come il loro narcisismo.

While my Guitar Gently Weeps

Il fil rouge che incardina tutto il film è la registrazione solo audio di un discorso fatto da un ragazzo disabile dove questo con voce sconnessa (da cui viene anche il titolo disgrafico Atanomia) ipotizza un massacro eclatante che coinvolga tutta la scuola, studenti intenti a riempire il vuoto pneumatico delle ore scolastiche, a vagare per i corridoi senza volto, trascinando computer dismessi, a rubare libri in biblioteca non per leggerli ma per rubarli;  docenti e dirigenti scolastici, più intenti a inanellare i propri riccioli incolti o ad impartire lezioni dadaiste, inusuali ma inutili come il loro narcisismo. Mentre qualcuno, illuso che qualche sentimento possa ancora circolare, muore di amore non corrisposto, sentimento impossibile in quel contesto. Tanto vale cancellarlo quel contesto, dando corpo al delirio. Uno sguardo devastante ma bizzarramente divertito sullo scollamento tra generazioni ma anche dentro le generazioni, dove ritroviamo i cultori del gesto gratuito, da I vinti  di Antonioni e Il nodo alla gola  di Hitchcock fino agli studenti di una delle innumerevoli stragi scolastiche americane, da Elephant a Bowling for Columbine. Un film che è quasi un documentario sulla dispersione scolastica che alberga nella mente sia degli studenti che soprattutto dei docenti; vissuto dal di dentro, vista la giovane età del regista-protagonista, girato negli ambienti e prodotto dalla scuola Rossellini, liceo a indirizzo cinematografico a Roma. Con lo stile scanzonato e ondivago che ha scelto, Michelangelo Bertocchi, simile in questo all'altro enfant prodige del cinema mondiale Xavier Dolan di J'ai tué ma mére, fatto di lunghe macchine a mano per i lunghi corridoi e cortili della scuola, improvvise accensioni di montaggio, divagazioni ad inseguire personaggi apparentemente fuori contesto in azioni apparentemente senza senso; con questa full immersion nel bianconero e nelle songs del free cinema inglese (Morgan matto da legare), il regista conferma le sue doti, nel suo primo vero film d'autore. Tanto più che probabilmente tutti i suggerimenti e contaminazioni di film e scuole sopra elencati, nel suo frenetico agire e girare, non ha avuto ancora tempo di conoscerli e approfondirli, né di rimanerne contaminato. Quindi il film è farina del suo sacco, e Michelangelo ha captato autonomamente e genuinamente l'aria sconcertante e devastante di questi tempi grami.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati