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Pirati dei Caraibi. La maledizione della prima luna

Regia di Gore Verbinski vedi scheda film

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La recensione su Pirati dei Caraibi. La maledizione della prima luna

di ilcausticocinefilo
7 stelle

 

 

 

A 20 anni dalla prima uscita nelle sale, il film che ha dato il là alla celeberrima saga si conferma un’ottima opera di intrattenimento, assurda, esagitata e caciarona, certo, ma (o forse proprio per questo) divertentissima. E la cosa non era affatto scontata, all’epoca, come non lo è oggi.

 

Le premesse, difatti, non si può dire siano delle migliori: l’ispirazione giunge, come tutti sanno, da un’attrazione di Disneyland, il che già suggerisce il grado di vacuità e soprattutto banalità, tedio e scemenza che ci si poteva attendere. Non che si voglia sostenere che invece il film sia chissà che capolavoro della cinematografia: no, e però sorprendentemente funziona a meraviglia e presenta perfino una trama (oibò!) con qualche sfumatura, in grado di reggere la lunga durata.

In quanto a regia, trovate, recitazione, fotografia, colonna sonora e finanche sentimento poi, surclassa la stragrande maggioranza dei blockbuster hollywoodiani odierni, in primis le piatte pantomime supereroiche.

 

 

Johnny Depp

Pirati dei Caraibi. La maledizione della prima luna (2003): Johnny Depp

 

 

Ma andiamo con ordine. La trama. Ecco, è sicuramente lineare e in molti risvolti prevedibile eppure riesce a sorreggere convincentemente un gran film d’avventura, nel quale peraltro le motivazioni alla base dell’azione dei personaggi (in special modo i membri della “terribilissima” ciurma della Perla Nera) sono spesso più articolate di quel che appare (intrigante, tra le tante, l’idea che i pirati non agiscano in questo caso solamente per il bottino, quanto piuttosto per uscire da una condizione di eterna agonia cui si sono condannati con le loro stesse mani proprio a causa di avidità, ingordigia, irriflessione, violenza).

 

Poi, inutile girarci intorno, i personaggi sono azzeccatissimi, a partire dalla geniale figura dell’esimio “capitan Jack Sparrow” che si giova di un’interpretazione assolutamente sui generis di Depp, tra camp, battuttine, fare sornione, moine e gesti quasi da cinema muto (indimenticabile ed esilarante la sua entrata in scena). Un personaggio ormai mitizzato che si fa tramite di una neanche troppo sottintesa elegia dei perdenti, sottovalutati da tutti e che al dunque si rivelano ben più di ciò che il comune stereotipo – dell’”ognuno se ne stia al suo posto” – riesce a concepire (e allora sovviene il dubbio: che si tratti del “miglior” o del “peggior” pirata che si sia mai visto?).

 

 

scena

Pirati dei Caraibi. La maledizione della prima luna (2003): scena

 

 

Come già accennato, inoltre, il film presenta un fuoco di fila di trovate mediamente fantasmagoriche: l’arrivo di Sparrow sul suo “veliero”; la camminata subacquea di Will e Jack e quell’altra dei non-morti all’assalto che si trascinano sul fondale; il furto dell’Interceptor ecc. Su tutte torreggia, ca va sans dire, la sensazionale sequenza nella quale i pirati di Barbossa si rivelano per ciò che realmente sono.

 

La maledizione della prima luna non si prende mai sul serio – con la sceneggiatura che aggiunge quel pizzico di ironia e autoironia che non guasta mai – e si mantiene solido dal punto di vista cinematografico anche grazie alla sicura regia di Verbinski che si dimostra abbastanza capace di giostrarsi tra scene d’azione e siparietti, tra dramma, effetti speciali e comicità (se proprio proprio un punto debole si può trovare nell’”amore tormentato” tra Will ed Elizabeth, alquanto melenso e scontato).

 

 

Johnny Depp

Pirati dei Caraibi. La maledizione della prima luna (2003): Johnny Depp

 

 

Aiutano molto la riuscita, senza dubbio, il fascino sempiterno dell’ambientazione e del romanzesco, leggendario, mito dei pirati, sulla cresta dell’onda dell’immaginario di qualunque bambinetto dai tempi de L’isola del tesoro. Ma una menzione d’onore va, d’obbligo, alla colonna sonora di Klaus Badelt: un tema ormai iconico, che al solo risuonare riporta alla memoria un intero mondo di duelli alla sciabola e battaglie navali, scontri tra pirati e uomini della marina inglese, paesaggi esotici e immense distese d’acqua solcate da velieri fantasma, in maniera simile – azzardando – ad altri famosissimi motivetti come quelli di Indiana Jones e Star Wars.

 

In conclusione, sarà anche un semplice prodotto di puro intrattenimento ma d’effetto, affatto stupido, autoironico e capace di tenere alta l’attenzione e, comunque, non si capisce esattamente cos’altro ci si sarebbe dovuti attendere da una simile impresa produttiva. Bisogna prenderlo per ciò che è e che riesce ad essere piuttosto bene, lasciando da parte pregiudizi e snobbismi, per lasciarsi trasportare in territori e mari sconosciuti da un simpatico film d’avventura fracassone che non scivola mai troppo platealmente e diverte anche all’ennesima re-visione. Drink up, me hearties, yo-ho!

 

 

Geoffrey Rush, Isaac C. Singleton Jr.

Pirati dei Caraibi. La maledizione della prima luna (2003): Geoffrey Rush, Isaac C. Singleton Jr.

 

 

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